Caso Montanari, il rettore Cataldi risponde a De Mossi: "No a posizioni ufficiali. L'Università è luogo di pluralità e confronto"

De Mossi chiedeva una risposta esplicita all'Unistrasi, ma Cataldi risponde: "Una posizione ufficiale sarebbe in aperta contraddizione con la natura plurale e variegata di un’istituzione accademica".

Di Redazione | 3 Settembre 2021 alle 12:09

Caso Montanari, il rettore Cataldi risponde a De Mossi: "No a posizioni ufficiali. L'Università è luogo di pluralità e confronto"

Non sembra proprio volersi placare la querelle intorno al futuro rettore dell’Università per stranieri di Siena, Tomaso Montanari. Adesso è di nuovo il turno del rettore attuale Pietro Cataldi in risposta alle parole del sindaco di Siena Luigi De Mossi sulla questione “Foibe”. “Non fa parte di questa comunità”, aveva detto in merito pochi giorni fa il primo cittadino, prendendo le distanze da Montanari. “Non è mai stato e non farà mai parte della comunità senese valutare un eccidio in base ai numeri, ogni vita è importante ed ogni sofferenza deve essere rispettata – ha affermato De Mossi, chiedendo una risposta esplicita dall’Università per stranieri – che fin qui con un incerto comunicato non ha chiarito il proprio pensiero. Dobbiamo sapere se l’ateneo si riconosce o meno in quanto affermato dal futuro rettore”.

E la risposta è arrivata puntuale. “E’ mio dovere ricordare che l’Università per Stranieri di Siena- scrive in una nota ufficiale Cataldi -, come ogni Ateneo pubblico e statale, è luogo di ricerca, di confronto e di dialogo; è all’occorrenza, su temi contesi e problematici, anche luogo di conflitto delle idee. Questo è il nostro dovere primario, come viene disegnato dalla Carta Costituzionale. A un Rettore compete di garantire lo spazio libero di questa ricerca, e la possibilità di esprimerne liberamente i risultati, in modo che tutte e tutti possano senza rischi o svantaggi manifestare le proprie posizioni su fatti scientifici, storici, artistici e all’occorrenza politici; non può in alcun modo competere la rappresentazione di posizioni ufficiali proprie o dell’Istituzione, fatti salvi gli aspetti che configurano la missione dell’Ateneo quale si esprime nella Legge istitutiva e nello Statuto. L’esistenza infatti di una posizione ufficiale sarebbe in aperta contraddizione con la natura plurale e variegata di un’istituzione accademica. A maggior ragione, una posizione ufficiale nel merito sarebbe impropria e improvvida di fronte a casi ancora sottoposti al fervido dibattito degli storici, come l’istituzione di una giornata speciale per ricordare le vittime delle foibe, tanto più in riferimento a posizioni assunte da singoli studiosi al di fuori dell’esercizio di attività istituzionali. Sono tuttavia certo di parlare a nome dell’intera comunità universitaria, e del Rettore eletto, nel momento in cui confermo, ove mai ce ne fosse bisogno, il pieno rispetto dei morti legati a quel tragico capitolo del Novecento, e della loro memoria, così come di tutti gli altri che hanno segnato quegli anni orribili; e, per quanto compete al periodo ancora breve ma alacre del mio mandato, la fedeltà al mio compito istituzionale di garante della libertà di ricerca e di espressione, nei limiti stabiliti dalla Costituzione e dalle Leggi dello Stato. E confermo, ancora a nome dell’intero Ateneo, la fiducia che la collaborazione fra la nostra Università e il Comune di Siena possa proseguire e rafforzarsi, nell’interesse di Siena e nella condivisa consapevolezza di appartenere insieme alla sua storia articolata e alla sua vitale comunità”.



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