Caso Santa Maria della Scala, sarà una perizia tecnica a stabilire come sono stati effettuati i lavori di scavo che avrebbero comportato il presunto danneggiamento di un manufatto nella strada interna del complesso, durante la demolizione dei pavimenti. A disporre l’accertamento è stata la Procura di Siena, che a seguito della denuncia presentata dalla Soprintendenza di Siena, ha avviato un’inchiesta ipotizzando, in concorso, i reati di danneggiamento al patrimonio archeologico e tutta una serie di contravvenzioni penali in ordine alla paesaggistica e alla tutela dei beni culturali, a carico del sindaco Luigi De Mossi e di altri 3 tecnici legati al cantiere, il direttore dei lavori, il responsabile del progetto e il titolare della ditta esecutrice.
Il pm Daniele Rosa, titolare del fascicolo, ha scelto di affidarsi ad un esperto di fuori Siena, così da avere un parere tecnico terzo sulle modalità dell’intervento. Secondo le tesi di Soprintendenza e Procura, l’Amministrazione si sarebbe dovuta avvalere preliminarmente di una consulenza archeologica, obbligatoria per legge, così da intercettare e gestire eventuali evenienze archeologiche. Amministrazione che ha nominato un consulente ad hoc un mese dopo i fatti contestati, mentre la ditta esecutrice nega di aver danneggiato alcunchè. Intanto, in Comune, si lavora al dissequestro dell’area per consentire la ripresa dei lavori, col sindaco orientato ad affidature il supporto legale a degli avvocati fiorentini.
C.C