"C’era una volta Ravacciano", presentazione del libro alla Biblioteca degli Intronati

Un interessante testo che racconta la storia di un quartiere molto conosciuto e che ha avuto un suo vissuto di notevole importanza

Di Redazione | 24 Settembre 2024 alle 13:00

"C’era una volta Ravacciano", presentazione del libro alla Biblioteca degli Intronati

C’è grande attesa per la presentazione ‘Ravacciano: Un quartiere di Siena e la sua storia in ‘C’era una volta… Ravacciano’ a cura di Andrea Biasion.

Si terrà domani, mercoledì 25 Settembre alle ore 17.30 alla Biblioteca Comunale Degli Intronati, via della Sapienza, Siena. Raffaele Ascheri introduce e dialoga con Andrea Biasion.

Un interessante testo che racconta la storia di un quartiere molto conosciuto e che ha avuto un suo vissuto di notevole importanza. Un momento per riflettere anche sull’evoluzione non solo urbanistica, ma anche sociale della città di Siena.

Un estratto del libro:

“…perché noi parlavamo di tutto. Lo facevamo a modo nostro e senza consultare Google o Wikipedia. Il nostro sapere ce lo costruivamo con qualche libro sul comodino e aggrappandoci alla sana curiosità del tempo che ci girava intorno. Stavamo con le orecchie tese e gli occhi ben aperti su un mondo che in quegli anni cambiava in fretta. Credo che la chiave di lettura, per capire il motivo per cui oggi siamo ancora in cerca di un’occasione per stare insieme, affondi le radici proprio in quel modo di mettere a confronto gli animi di ognuno di noi e nel saper affrontare i punti di osservazione del mondo che ruotava intorno alle nostre spume e alle nostre rispettive sensibilità. Non dimenticando che tutto questo accadeva nell’arco temporale dell’adolescenza dove si forma la fisicità, ma dove prende corpo anche qualcosa di più intangibile e interiore che travalica la lunghezza delle gambe e la larghezza delle spalle. Un periodo della vita in cui le domande e la sete di conoscenza sono ancora in fase di crescita e non si sono adagiate su quelle certezze o quei pregiudizi che la maturità, nel bene o nel male, ci porta a consolidare. Su quella terrazza del bar, con una vista privilegiata sul punto nevralgico del quartiere, ci potevamo dedicare al fervido scambio di opinioni da due soldi o su quelle più serie. Lo facevamo ogni giorno e ogni notte, tra un caffè e una bustina di semi, fumando un’ultima sigaretta e bevendo spume bionde, al cedro o al bitter…”



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