Nuova governance di banca Mps, l’intervento dei sindacati Cgil e Fisac Cgil:
“Il cambio del management MPS non può prescindere da una riflessione sul futuro della Banca, dei suoi lavoratori e del legame di questa Azienda con il territorio senese – inizia così la nota – Non è nostro costume dare giudizi sulle persone prima di averle viste all’opera, per cui diamo il benvenuto ai nuovi amministratori e allo stesso tempo chiediamo chiarezza a questo management sulla natura del proprio mandato”.
“La Banca, come noto, deve ancora sottostare a un piano di ristrutturazione, concordato nel 2017 con l’Unione Europea, che presenta obiettivi ormai irrealistici a causa del mutato scenario di mercato. Di acqua sotto i ponti ne è passata molta da quel lontano 2017, tanto è vero che lo stesso Amministratore delegato uscente, Morelli, in una recente intervista, ha definito l’attuale piano di ristrutturazione “ormai privo di senso”.
“Siamo convinti quindi che il nuovo management e il Governo debbano preliminarmente fare chiarezza sul percorso di rinegoziazione del piano con l’UE, in un’ottica di ampio respiro che miri al rilancio della Banca e rigetti ogni fuga in avanti in materia di privatizzazioni e dismissioni. Sottolineiamo che, nonostante la crisi del Coronavirus, i primi tre mesi del 2020 hanno segnato un miglioramento dell’attività commerciale, e questo è indubbiamente merito del lavoro e della capacità dei dipendenti della rete filiali e della Direzione Generale”.
“Auspichiamo quindi che i nuovi manager partano proprio dalla valorizzazione del personale interno della Banca. La professionalità dei dipendenti costituisce l’asset di maggior valore di questa Azienda e per tale ragione nessun percorso aziendale di successo può prescindere dalle risorse umane e da un confronto continuo con le organizzazioni sindacali”.
“In merito agli assetti futuri della Banca crediamo che la conservazione dell’integrità della Banca, dell’attuale assetto territoriale, il mantenimento della Direzione Generale a Siena, la difesa dei livelli occupazionali diretti e dell’indotto e la vicinanza alla realtà economica della provincia, siano punti fermi da difendere con forza”.
“Riteniamo, infine, che la discussione sull’uscita dello Stato dal capitale della Banca, prevista da un piano di ristrutturazione ormai vecchio, sia in questo momento del tutto fuori contesto. L’emergenza Coronavirus affida alle banche un ruolo senza precedenti di sostegno all’economia. In questo scenario economico, MPS dovrà svolgere, oltre a un ruolo commerciale, anche una missione “sociale” garantendo sostegno alle imprese e ai lavoratori, stabilità per la clientela e vicinanza ai territori. Non crediamo che l’azionista pubblico possa venire meno, proprio ora, a questa missione adottando strategie di breve termine volte alla dismissione della partecipazione”.