Acque agitate a Chiusi, dove il Movimento Cinque Stelle ha deciso di lasciare la coalizione di centrosinistra e la maggioranza in consiglio comunale. Una decisione maturata per i dissidi con il Pd, che usa “un metodo volto a presentare soluzioni preconfezionate senza alcun contraddittorio con gli alleati, spesso informati a giochi fatti”. Ecco la nota diffusa dal Movimento 5 Stelle
“Pensavo fosse amore… invece era un calesse”. Se dovessimo dare un titolo a questa esperienza, ci saremmo appropriati delle parole del grande Massimo Troisi. La delusione e disillusione sono state cocenti, infatti molti punti del programma di Coalizione per le Amministrative del 2021 sono tuttora disattesi.
Elemento fondamentale di questo programma era il coinvolgimento dei cittadini tramite assemblee pubbliche. Affrontare argomenti più propriamente politici o che riguardano direttamente la popolazione è un modo per coinvolgere e mettere radici nel territorio: per trarre idee, spunti e proposte. Nei due anni di Amministrazione mai nessuna assemblea con i “semplici” cittadini è avvenuta in modo propositivo. Eventuali confronti sono avvenuti con alcune categorie che rappresentano interessi o gruppi specifici, legittimi, ma parziali.
Ogni nostro tentativo di contributo o di confronto non ha sortito risultati, anzi ha determinato un nebuloso e progressivo irrigidimento delle posizioni del PD, fino ad arrivare alla mancata convocazione alle iniziative, alla dilazione dei tempi di risposta alle richieste ed al tentativo di cancellare la nostra presenza politica. La nostra richiesta di poter partecipare alle Commissioni Consiliari non ha avuto nessuna risposta, anzi non siamo stati nemmeno avvisati della convocazione: alla faccia della pubblicità e trasparenza partecipativa volta a coinvolgere tutta la comunità. Titubanza, Imbarazzo, mancata chiarezza nelle posizioni e risposte incerte od ambigue lasciano languire nel limbo del “vedremo” questa esemplare iniziativa, come altre.
Appare palese la autoreferenzialità di questo PD che mostra difficoltà nel lavoro di squadra con gruppi politici che sanno esercitare il diritto di critica e presentano idee o proposte anche differenti, ma utili al raggiungimento di obiettivi comuni nel segno del bene della cittadinanza.
Nonostante la nostra pazienza, la lealtà e correttezza verso gli altri partiti della coalizione, l’Amministrazione e la Giunta, è emerso e si è consolidato nel Pd un metodo volto a presentare soluzioni preconfezionate senza alcun contraddittorio con gli alleati, spesso informati a giochi fatti.
Siamo caduti nel tranello di una visione aperta e progressista di un nuovo modo di amministrare la Cosa Pubblica, ma alla resa dei fatti nulla è cambiato nel metodo e la pochezza dei risultati è visibile a tutti.
Ci dispiace per questa opportunità persa di una visione politica aperta e proiettata verso il futuro. Noi abbiamo sinceramente cercato di contribuire ad una nuova stagione che abbandonasse le vecchie dinamiche dei partiti per lasciare spazio alla condivisione e concertazione tra soggetti diversi.
Ogni pazienza ha un limite, il nostro è stato superato. La nostra esperienza in questa coalizione termina qui. E per concludere cinematograficamente come abbiamo iniziato, citiamo Totò: “E’ la somma che fa il totale”.