“Una petizione per far capire ai parlamentari eletti in Toscana, e quindi alle forze politiche rappresentate in Parlamento, la rabbia e la frustrazione di chi ha sempre vissuto del proprio lavoro e che non è disposto a chiudere la propria attività a causa delle limitazioni governative”. E’ quella avviata congiuntamente da Confesercenti e Confcommercio Siena.
Secondo le due associazioni di categoria anche tutte le attività inizialmente non tenute alla chiusura vanno comunque sostenute. “Prima della zona rossa hanno scontato gli appelli ad uscire il meno possibile, lo smartworkng e l’abnorme concorrenza dei giganti del web, che certo non si esaurisce: basti pensare che per il Black Friday 2019 Amazon aveva evaso 37 ordini al secondo” afferma il Direttore di Confesercenti Siena, Valter Fucecchi. Il risultato è che le attività di vicinato non riescono a far fronte ai costi fissi: “se non si adottano subito iniziative efficaci, si andrà verso una catastrofe del sistema distributivo con migliaia di aziende chiuse: quelle dei punti vendita, ma anche delle rispettive filiere” aggiunge il Direttore di Confcommercio Siena, Daniele Pracchia. Per scongiurarlo, per le due associazioni è necessario un ristoro esteso a tutte queste attività, la cassa integrazione per i dipendenti estesa a tutto il 2021, il credito d’imposta sugli affitti, la detassazione o rottamazione delle rimanenze di magazzino, un’effettiva web tax”.
Tramite i siti internet delle 2 associazioni, da ieri è possibile lasciare la firma in appoggio a queste richieste; negli intenti, la petizione dovrà a breve essere portata all’attenzione in primo luogo dei parlamentari eletti in questo territorio.