Probabilmente Barack Obama ci avrebbe pensato due volte nel 2017 prima di decidere di soggiornare al resort di Borgo Finocchieto a Bibbiano se allora si fosse trovato di fronte ad un cantiere fantasma sull’unico ponte che collega la frazione a Buonconvento. E da quel ponte, diventato sfortunato dopo l’alluvione del 2013, ci è passata una fortuna, considerando che aldidà della visita dell’ex presidente degli Stati Uniti, per quella strada sopra l’Ombrone ci transitavano ogni giorno tutti i turisti diretti a Rosewood a Castiglion del Bosco, altro resort che ha sempre fatto girare l’economia del borgo, fra turisti in visita e personale. Ecco perchè a scendere in strada, accanto ai cittadini di Bibbiano, stremati da questa situazione inaccettabile, oggi pomeriggio c’erano anche tanti cittadini di Buonconvento preoccupati per quello che avverà nei prossimi mesi, con la ripartenza del turismo. Ma facciamo un passo indietro, il Ponte della Casanova di Buonconvento è chiuso dal 3 settembre 2023, e fin da subito gli abitanti di Bibbiano (più di un centinaio) avevano denunciato il forte disagio provocato da questa chiusura. Il ponte sarebbe dovuto riaprire in pochi mesi, il 27 novembre per l’esattezza, ma da quella data nessuno si è più visto a lavoro in quel cantiere che separa nettamente il capoluogo con la frazione di Bibbiano, Murlo e la Val di Merse, una condizione inaccettabile per i cittadini.
I lavori sono sospesi, il che significa che non c’è una prospettiva di data di riapertura del ponte. Nessuna certezza e nessuna rassicurazione dall’amministrazione provinciale che ha stanziato per i lavori oltre un milione e 200 mila euro.”Chiediamo al presidente della provincia David Bussagli di darci delle risposte – afferma Marino Belloni (consigliere comunale) – , è il terzo sit in che facciamo perchè oltre questo ponte ci sono bambini che devono andare a scuola, lavoratori costretti a fare ogni giorno percorsi impraticabili, e ci sono anche agriturismi e aziende importantissime per il panorama italiano e internazionale che avranno serie ripercussioni economiche”. “I disagi sono notevoli, il nostro personale è stremato dai km che deve fare in più per raggiungere il loro posto di lavoro, sarebbero 3 km ma diventano 12 da fare quattro volte al giorno – afferma Franco Ottaviani, responsabile resort Borgo Finocchieto -, ma anche i nostri clienti hanno problemi. Chi proviene da San Quirico d’Orcia dovrebbe passare dentro un fiume per raggiungerci, le macchine si sono infognate già molte volte”. Disagi per chi lavora dunque oltre il ponte, disagi per chi sceglie di soggiornare in quegli agriturismi, ma disagi sopratutto per gli abitanti di Bibbiano che sono costretti a raggiungere la Cassia passando per la strada di Piana (una strada sterrata). “Ci sono degli spostamenti anche quotidiani che facciamo per andare al lavoro – sottolinea Riccardo Machetti, abitante di Bibbiano – ci troviamo un percorso più lungo di 15 km in situazioni di disagio con danni alle auto continui. Non abbiamo più una vita normale, è diventato un problema anche fare la spesa. Chiediamo certezze e un incontro con il presidente della provincia che aspettavamo qui il 27 di gennaio, ma lo stiamo ancora aspettando”. “Dall’altra parte di questo ponte c’è un mondo produttivo, ora siamo fuori dai giochi – spiega Costantino Di Salva, che di lavoro fa l’agricoltore- è un problema ogni tipo di trasporto, ci mettiamo le ore perchè noi con i mezzi pesanti dobbiamo fare dei percorsi non adatti ai nostri mezzi, c’è già stato un morto. A me non vengomo più a prendere la paglia perchè con l’autotreno dovrebbero fare ore di tragitto in strade impraticabili e rischiare la vita”. Sono stati di fronte al cantiere dalle 15 alle 18, subito dopo sono tornati di là dal ponte, in attesa di risposte rassicuranti da parte dell’amministrazione provinciale. Risposte che ancora non sono mai arrivate.