Il presidente Marcucci: «Fra le priorità, formare il sistema delle imprese»; il direttore Bartolini «Entusiasmo ed interesse dei giovani per l’agricoltura»
«È stato un 2016 molto difficile per l’agricoltura senese». E’ quanto sottolinea il presidente della Cia Siena Luca Marcucci, tracciando un bilancio sull’anno che sta per concludersi. Dalla crisi del grano, agli attacchi di lupi, ibridi e ungulati, passando per l’eccesso di burocrazia che, spiega Marcucci, «costringe gli agricoltori a sacrificare almeno un terzo del tempo che hanno a disposizione. L’agricoltura, invece, deve essere un volano importante per la ripresa dell’economia dei territori. Non solo a livello locale».
Secondo Marcucci, in ottica 2017, le prossime sfide saranno quelle di portare «un reddito vero alle imprese affinché si possa vivere di agricoltura. Chi vi opera –spiega il presidente della Cia – deve mantenere se stesso e la propria famiglia, conservando e preservando il territorio». Per fare questo, secondo Luca Marcucci, «in cima alla lista della priorità c’è anche quella di formare il sistema delle imprese agricole. In provincia di Siena, così come in Toscana, ci sono troppe micro-imprese che da sole non possono affrontare mercati nazionali ed europeo.
Primi punti in agenda – conclude Marcucci – sono i Pit e i Pif: sarà la prima sfida per creare un sistema di imprese che possa collaborare tra sé e dare risposte ad un mercato sempre più esigente. Se dopo la crisi del mattone, in Italia, tutti si sono rifugiati in agricoltura. Ciò significa che questo settore è l’unico veramente rinnovabile e che può dare risposte concrete a livello di impresa e di sviluppo del proprio territorio, a Siena, come in Toscana, così nel resto d’Italia».
«Oggi più che mai possiamo considerare il settore agricolo come quello primario per eccellenza», aggiunge il direttore della Cia Siena Roberto Bartolini specificando che «c’è tanto entusiasmo e interesse da parte dei giovani per il settore agricolo». «Questa spinta non deve venire meno – aggiunge Bartolini -. Con un lavoro lungo e a tratti faticoso abbiamo seminato bene, diffondendo anche tra i più giovani la cultura del buono e del salubre in agricoltura. L’esempio della Fattoria degli Studenti, che la Cia Siena porta avanti da otto anni ormai, ha instaurato un meccanismo virtuoso – conclude Roberto Bartolini – di riscoperta e di interesse per l’agricoltura. Vorrei non deludere questi giovani: la Cia farà sempre la sua parte in tal senso, anche per portare avanti le battaglie di tutto il comparto di fronte alla politica e di fronte a chi ci governa».