Americani “pazzi” per la dieta toscana con le esportazioni in Usa dei prodotti simbolo dello stile alimentare regionale che negli ultimi dieci anni hanno fatto registrare aumenti in valore anche a tripla cifra grazie: dal 92% dell’olio di oliva al 475% di salumi, prosciutti e sughi, dal + 17% del vino al + 50% dei formaggi fino al + 107% di pasta, biscotti e farinati.
Un vero e proprio boom con l’export complessivo dell’agroalimentare regionale cresciuto del 104% passando da 423 milioni di euro del 2013 a 870 milioni di euro del 2023. E’ quanto emerge da una analisi di Coldiretti Toscana su dati Istat elaborata in occasione del Summer Fancy Food 2024 di New York dove la nostra regione è stata rappresentata dalle cuoche contadine di Campagna Amica Francesca Buonagurelli di Barga (Lucca) ed Ilaria Salvadori di Cortona (Arezzo).
Le due ambasciatrici della cucina tradizionale sono entrate in azione nel più famoso mercato contadino della Grande Mela, il Farmers Market Grow Nyc di Union Square, coinvolgendo le famiglie newyorchesi nella preparazione della pasta fatta in casa e nella conoscenza di alcune delle ricette della tradizione contadina che esaltano i prodotti del vero made in Italy, mettendo a confronto le eccellenze nostrane con le sue versioni fake. Ed in America sono purtroppo molto diffuse e molte a danni degli agricoltori e produttori toscani come le “imitazioni” del Chianti Sangiovese prodotto in California, l’olio extravergine proposto con l’evocativo nome di “Tuscany Sun” o il “Salame Tuscana”. Il nome richiama nemmeno molto velatamente la nostra regione, i prodotti più famosi ed apprezzati, ma di toscano non c’è nulla. Un fenomeno che “vale” più del doppio delle esportazioni: più o meno 2 miliardi di euro.
“Possiamo arrivare a raddoppiare le esportazioni agroalimentari regionali – ha sottolineato la presidente di Coldiretti Toscana, Letizia Cesani – se arrivasse un chiaro stop al fenomeno della contraffazione alimentare internazionale che è causa di danni economici, ma anche di immagine e toglie spazio ai veri prodotti made in Italy. Un obiettivo che va perseguito anche negli accordi commerciali stipulati dall’Unione Europea dove serve l’applicazione del principio di reciprocità. Le stesse regole imposte ai produttori italiani ed europei devono valere per chi vuole vendere in Europa. Siamo pronti a confrontarci a testa alta con tutti i mercati del mondo, portando la nostra qualità”.
Vino, olio, mortadelle, pecorini, bruschette e più in generale la cucina nostrana non sono solo testimonial del Made in Tuscany a tavola di qualità, sicuro e genuino, ma una motivazione fortissima per il 90% per gli americani che scelgono di fare le vacanze nella nostra regione superando nettamente arte e cultura (77%) e storia e archeologia (65%), che precede le bellezze naturali (61%) secondo un’indagine Coldiretti/Ilif (I Love Italian Food). Sono 1,3 milioni i turisti americani nel 2023. Gettonatissimi anche i souvenir enogastronomici, con il 77% degli intervistati che afferma di aver riportato negli States almeno un ricordo della vacanza italiana da mettere in tavola o regalare a parenti e amici.
E secondo l’indagine Coldiretti/Ilif, l’incontro con la cucina italiana e con i prodotti della Dieta Mediterranea, producono effetti che vanno al di là del semplice prodotto messo in valigia. Il 32% dei turisti statunitensi dichiara, infatti, di aver modificato in modo sensibile le proprie abitudini alimentari dopo il viaggio in Italia e il 6% di averle completamente cambiate. Non a caso l’olio extravergine d’oliva si piazza in testa alla classifica dei prodotti della Dieta Mediterranea più consumati, davanti a frutta e verdura, pesce, pasta e vino rosso.