Saranno 312 i milioni di euro disponibili nel prossimo biennio per misure di sostegno all’agricoltura toscana e alle sue produzioni di pregio, e tra queste anche per interventi a favore della Cinta Senese, la razza suina che si fregia della DOP e che costituisce un’autentica eccellenza gastronomica in Italia e all’estero. E’ quanto emerso nell’incontro del vicepresidente della Regione Toscana, nonché assessore all’agricoltura, Stefania Saccardi (accompagnata dal direttore della sezione agricoltura Gennaro Giliberti) con il presidente del Consorzio di Tutela della Cinta Senese, Daniele Baruffaldi, ed alcuni allevatori. L’appuntamento venerdì scorso presso un’allevamento di Cinta sulla Montagnola Senese, a Simignano, borgo del comune di Sovicille, la cui via principale è proprio intitolata a questo prezioso animale.
Un diamante grezzo, lo ha definito Baruffaldi illustrando le caratteristiche di questa razza: come sia stata salvata dall’estinzione e come si sia affermata sui mercati nazionali e internazionali, arrivando fino al riconoscimento della DOP. Ma per una definitiva stabilizzazione e diffusione ha bisogno ancora di crescere, moltiplicando in maniera notevole gli allevamenti. Un’opportunità di lavoro, specie per i giovani, redditizia e con un prodotto che non ha problemi di commercializzazione visto che la domanda è di gran lunga superiore all’offerta. E proprio a una crescita degli allevamenti sarà principalmente mirata una prossima campagna promozionale con una serie di iniziative importanti. “Aiutateci – ha detto Baruffaldi – a diventare come l’Andalusia, dove i turisti vanno appositamente per vedere gli allevamenti dove nascono prodotti di eccellenza quali il Patanegra”. Potrebbero essere creati, come in Spagna, percorsi ad hoc, immagini stilizzate della Cinta lungo le strade, apposita segnaletica e cartellonistica.
Ma c’è bisogno di un sostegno delle istituzioni. Una prima richiesta avanzata dal presidente del Consorzio è stata quella di un contributo per le recinzioni necessarie per preservare i suini, allevati allo stato brado e semibrado, dalle malattie portate dal contatto con gli animali selvatici, in particolare i cinghiali. In tal senso rassicurazioni sono state date dall’assessore Saccardi: saranno previsti contributi pari al 40 per cento dell’investimento per tali strutture (i regolamenti europei non consentono una quota maggiore). Verrà approntato un bando, magari verificando la possibilità – ha osservato Giliberti – di assegnare un punteggio più alto per chi alleva razze autoctone.
Intanto è in preparazione il nuovo Piano di Sviluppo Rurale. Proprio in questi giorni sono in programma incontri con le associazioni di categoria. Per i prossimi due anni saranno disponibili 312 milioni da destinare all’agricoltura toscana “con interventi – ha osservato l’assessore- non improntati all’assistenzialismo, ma volti a favorire lo sviluppo delle imprese”. Ciò grazie anche ai finanziamenti europei provenienti dal piano relativo al Recovery Found che prevede per l’agricoltura italiana 9 miliardi.
E una vetrina importante per l’agricoltura toscana – ha ricordato la vicepresidente della Regione -, sarà il G20 sull’agricoltura previsto a Firenze il 24 settembre di quest’anno.
Altra questione affrontata, la scarsità di macelli per la Cinta Senese, che crea difficoltà logistiche notevoli. La macellazione, in ragione della DOP, comporta aggravi di costi per la certificazione, controlli e marchiatura e ciò è di ostacolo a far sì che all’interno dei macelli esistenti vengano create linee di macellazione per la Cinta. Proprio su questi costi potrebbero essere previsti contributi ad hoc, come per altre azioni di sostegno per la valorizzazione del territorio, l’attività di assistenza tecnica, la biodiversità. Durante l’incontro dunque sono state gettate le basi per un’accresciuta attenzione verso gli allevatori di Cinta Senese e le loro problematiche, e l’assessore ha voluto rassicurare sulla volontà della Regione nell’ impegnarsi per valorizzare le eccellenze agricole del territorio toscano.