Michelotti: “Eccellenza dell’esercito italiano, esempio per le giovani generazioni”
Il sindaco Luigi De Mossi ha commentato così la consegna della cittadinanza onoraria al 186° Reggimento Paracadutisti Folgore: “Un momento emozionante – ha detto il sindaco Luigi De Mossi – perché quando c’è questo rispetto, questo abbraccio, reciproco, questa continuità in pace, come nelle missioni di peacekeeping, è facile comprendere il senso di questo riconoscimento da parte della città. Un momento importante, e di affetto, verso gli uomini e le donne della Folgore. La cittadinanza onoraria rappresenta e concretizza proprio questo, soprattutto per quelli che non possono più servire, o perché sono stati congedati o perché non ci sono più. È questa la cifra di Siena: città mite, che rispetta chi la rispetta come è avvenuto durante questi 40 anni di presenza della Folgore. Questa cerimonia vuole essere un riconoscimento a tutto quello che avete fatto e che continuate a fare”.
“Siete a rappresentare – è intervenuto l’assessore alla sicurezza Francesco Michelotti – un’eccellenza dell’esercito italiano; un esempio da seguire per le giovani generazioni, per i valori e i comportamenti che trasmettete. La Folgore ha al primo posto il senso del dovere, il servizio, servire l’Italia, sempre tenendo presente lo spirito di corpo, l’essere comunità. Un messaggio semplice e rivoluzionario che va in controtendenza rispetto alla deriva e allo scollamento dei valori cui oggi assistiamo”. Michelotti ha quindi ricordato le motivazioni che hanno portato al conferimento della Medaglia d’oro al valor militare per la battaglia di El Alamein e da qui ha riportato alla memoria dei consiglieri, e delle autorità presenti nella sala consiliare, alcuni fra i tanti atti di coraggio di cui la Folgore è stata protagonista. Il vigliacco attentato di Kabul del 17.9.2009 durante il quale persero la vita giovani militari: il tenente Antonio Fortunato, il caporal maggiore Matteo Mureddu, il primo caporal maggiore Davide Ricchiuto, il sergente maggiore Roberto Valente, il primo caporal maggiore Gian Domenico Pistonami, il primo caporal maggiore Massimiliano Randino. <<La storia di sei vite spezzate. La ferita di una nazione, di un corpo militare. Una ferita patita anche nella città di Siena. Dopo Nassirya è stato il giorno più doloroso per l’Italia”.