Dopo Hannibal, ecco l’anticiclone africano Scipione. Si aggrava la situazione di insufficienza idrica per l’agricoltura toscana che torna a toccare lo spettro della siccità. La nuova ondata di caldo, che è pronta ad abbattersi nelle prossime ore sulla Toscana dove sono attese temperature ben al di sopra della media stagionale di 7-9° con punte fino a 37°, rischia di ridurre le compromettere le rese di produzione delle coltivazioni in campo come pomodori, girasole, mais, grano e degli altri cereali ma anche ulivi e foraggi per l’alimentazione degli animali, ortaggi e frutta che hanno bisogno di acqua per crescere. Una situazione pesante in un momento difficile a causa della guerra in Ucraina e dei forti rincari nel carrello della spesa con aumenti di prezzi degli alimentari che hanno raggiunto a maggio il +7,1%.
A lanciare l’allarme è Coldiretti Toscana sulla base dei dati dell’Osservatorio ANBI Nazionale secondo cui nel mese di maggio le piogge sono state irrisorie, addirittura inferiori ai 10 millimetri su alcune zone del Grossetano e dell’Aretino. “Il quadro si fa via via più critico con il caldo precoce che può provocare danni considerevoli all’agricoltura e alla vegetazione forestale esponendola ad un elevato rischio incendi. – analizza Fabrizio Filippi, Presidente Coldiretti Toscana – Le temperature fuori stagione, unite a piogge insufficienti se non addirittura assenti per lunghi periodi, aggravano la sete dei campi, compromettono la crescita dei frutti negli alberi, bruciano gli ortaggi, danneggiano i cereali e mandano in tilt gli allevamenti dove sono già accesi i ventilatori anti-afa con un ulteriore aggravio dei costi energetici. Osservati speciali sono gli ulivi che si trovano in una fase vegetativa molto delicata ma anche il settore dell’apicoltura con le api che limitano l’attività di raccolta del polline e non producono miele. In alcune aree della regione scarseggia il fieno. In molte aree è già stata attivata l’irrigazione di soccorso per salvare le coltivazioni in campo”.
Le situazioni che destano molto preoccupazione, secondo l’ANBI, riguardano il fiume Ombrone che registra una portata (1,86 metri cubi al secondo) addirittura inferiore al Deflusso Minimo Vitale (mc./sec. 2,00), segnando uno dei picchi più bassi dei recenti 20 anni. Analoga situazione di insufficienza idrica si segnala nel resto della regione dove l’Arno registra una “magra” pari a 11,20 metri cubi al secondo.
Per risparmiare acqua, aumentare la capacità di irrigazione e incrementare la disponibilità di cibo per le famiglie è stato elaborato e proposto da Coldiretti e Anbi un progetto immediatamente cantierabile per la realizzazione di una rete di piccoli invasi con basso impatto paesaggistico e diffusi sul territorio, privilegiando il completamento e il recupero di strutture già presente. L’idea è di realizzare laghetti, senza uso di cemento e in equilibrio con i territori, per conservare l’acqua e distribuirla quando serve ai cittadini, all’industria e all’agricoltura, con una ricaduta importante sull’ambiente e sull’occupazione. In questo senso la Regione Toscana si è già mossa destinando 1,2 milioni di euro per un fondo di rotazione finalizzato anche alla progettazione di opere irrigue da parte dei Consorzi di Bonifica nell’ambito del Bilancio 2022 della Regione Toscana sostenuto da Coldiretti. “Il potenziamento delle infrastrutture irrigue – conclude il Presidente Filippi – è fondamentale per sostenere l’agricoltura alla luce dell’emergenza climatica”.