Il disegno di legge italiano sul codice della strada, che ha ricevuto l’approvazione della Camera dei Deputati, ha alzato un polverone. Se da una parte la norma prevede una stretta per chi guida sotto l’effetto di alcol e sostanze stupefacenti, dall’altra penalizza ciclisti e pedoni. Al ddl hanno detto sì Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia con 163 voti totali mentre Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Azione, Alleanza Verdi e Sinistra hanno votato contro, fermandosi a 107 voti. Adesso la palla passa al Senato, ma non poche sono state le polemiche. Non piace alle associazioni dei ciclisti urbani, con in prima linea la Fiab (Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta). Quello che viene da loro contestato è prima di tutto l’obbligo di almeno un metro e mezzo di distanza nel sorpasso di una bicicletta “ove le condizioni della strada lo consentano”, che di fatto rimanda il rispetto di questa norma all’interpretazione dei casi specifici. “Chi non è abituato ad andare in bicicletta non lo capisce quanto può essere pericoloso- ha affermato Fabio Masotti, responsabile Fiab Siena Amici della Bicicletta – . Il nuovo codice della strada sul metro e mezzo demanda alla casistica e quindi lascia spazio alle interpretazioni. Mi chiedo come si fa a decidere quando si può o non si può”. Inoltre non viene incentivata la realizzazione di infrastrutture ciclabili e anche i limiti di velocità in città non vengono ridotti. “Ci sono delle forti limitazioni al posizionamento di corsie ciclabili – sottolinea Masotti -, con queste nuove norme la realizzazione della pista ciclabile in via Fiume non sarebbe stata possibile. Anche a Porta Pispini con le nuove norme non si potrà più circolare in doppio senso di marcia”. La Fiab Siena Amici della Bicicletta e le associazioni dei familiari delle vittime si appellano al governo affinché il provvedimento possa essere modificato al Senato. “Si penalizza chi si muove in bicicletta, noi chiediamo prevenzione e non una repressione”.