Campagna e città assediate dai cinghiali e dalla fauna selvatica. Sono oltre 400 mila in Toscana gli animali a piede libero diventati un’emergenza economica, ambientale, sanitaria e di sicurezza pubblica per tutta la collettività. Se prima il problema era confinato ai “soli” raccolti degli agricoltori, e per lo più nei terreni vicino ai boschi o limitrofi ai parchi e riserve, oggi non è più così. La calamità dei cinghiali è arrivata anche nei centri abitati, nei parchi giochi e persino sulle spiagge, come hanno voluto rappresentare i giovani agricoltori che da Porta a Prato passando per Palazzo Vecchio e Piazza Duomo hanno dato vita alla colorita “marcia” per far toccare con mano ai cittadini e ai tanti turisti la dimensione di un disequilibrio sempre più pericoloso.
Sono scesi di nuovo piazza anche per loro, per i cittadini, gli oltre 4 mila agricoltori ed allevatori di Coldiretti Toscana che di fronte a Palazzo Strozzi Sacrati, sede della Regione Toscana, davanti allo sguardo curioso e preoccupato di turisti e passanti, hanno invocato l’attuazione del Piano straordinario per la gestione ed il contenimento della fauna selvatica.
Molto nutrita la rappresentanza di agricoltori della provincia di Siena che si sono recati in oltre 500 a Firenze e in piazza hanno portato insieme a slogan, cartelli, fischietti, la loro rabbia e la loro frustrazione per una situazione che al momento non ha trovato alcuna soluzione. A sostenerli oltre settanta Sindaci con la fascia tricolore ed amministratori locali che vivono la quotidiana difficoltà di gestione della fauna selvatica. Tra questi da segnalare la presenza di rappresentanti delle amministrazioni comunali di Asciano, Castiglione d’Orcia, Radicofani e Piancastagnaio.
“Gli sforzi normativi compiuti fino a qui per riportare in equilibrio la fauna selvatica, in particolare i cinghiali che sono colpevoli dell’80% dei danni alle produzioni agricole, non sono sufficienti. Bisogna fare di più e farlo subito. – ha tuonato la presidente di Coldiretti Toscana, Letizia Cesani – Questo è il motivo per cui noi di Coldiretti su quel piano straordinario chiediamo dei miglioramenti per renderlo concreto ed efficace prevedendo la delega agli abbattimenti anche per famigliari e dipendenti delle imprese agricole e la riduzione dei tempi delle autorizzazione per gli interventi di prelievo da parte della Polizia Provinciale. La presenza incontrollata dei cinghiali, e più in generale della fauna selvatica, ha generato un grandissimo malcontento di cui la politica si deve fare carico. Il sistema dei risarcimenti non raffigura la vera realtà dei territori poiché gli agricoltori non denunciano neanche più tanto è lo sconforto e l’impotenza di fronte ad indennizzi inadeguati, aggravi burocratici e tempistiche inaccettabili. Occorre dunque intervenire sull’esistente con convinzione e dare un piano straordinario anche per tutte le altre specie, oltre del cinghiale, che nei fatti sono la concausa di molti dei disagi che oggi viviamo”.