Colle di Val d'Elsa, aumenta la quantità e qualità delle aree destinate all'edilizia residenziale pubblica

Diritto alla casa, ferita aperta. L’assessore Tozzi: "Non lasciare indietro nessuno. Un nuovo patto e un impegno costante per una comunità sempre più giusta e solidale"

Di Redazione | 3 Gennaio 2025 alle 9:30

Colle di Val d'Elsa, aumenta la quantità e qualità delle aree destinate all'edilizia residenziale pubblica

“Il diritto alla casa è un diritto fondamentale, e Colle di Val d’Elsa deve continuare a battersi per garantirlo a tutti i suoi cittadini. Anche quando i risultati sembrano lontani, il nostro impegno deve essere costante. È un cammino complesso, ma è nostro dovere non arrenderci e tenere viva la speranza di una comunità più giusta e solidale”. E’ quanto sottolineato da Daniele Tozzi, assessore alle politiche sociali intervenendo in Consiglio comunale con riferimento al tema della quantità e qualità delle aree fabbricabili da destinarsi a edilizia residenziale pubblica e delle fragilità connesse.

“Come assessore alle politiche sociali, ogni giorno ho l’opportunità ma anche il peso – ha aggiunto l’assessore – di ascoltare le storie di chi vive in difficoltà. Tra le emergenze più frequenti, il tema della casa è una ferita aperta nella nostra comunità. Sono molte le persone che si rivolgono al Comune cercando un aiuto che, troppo spesso, non sono in grado di garantire in modo efficace. La verità è che il problema della casa non è solo una questione di politica locale, ma è il risultato di dinamiche più ampie e complesse”.

Le cause principali del problema casa Molti cittadini si trovano in situazioni critiche a causa di fattori che sfuggono al controllo diretto delle amministrazioni locali. Tra questi l’aumento dei prezzi degli affitti e degli immobili, che riflette dinamiche di mercato più ampie e spesso speculative. La carenza di politiche nazionali incisive sull’edilizia popolare, che negli ultimi decenni ha visto un progressivo disinvestimento, lasciando i Comuni a gestire con risorse limitate una domanda sempre crescente. La precarietà lavorativa e la mancanza di redditi stabili, che rende impossibile per molte famiglie accedere a soluzioni abitative dignitose. Il patrimonio immobiliare privato inutilizzato, che in molti casi resta chiuso e inaccessibile, mentre ci sono famiglie senza un tetto sicuro.

L’invisibilità del disagio Accanto alle persone che trovano la forza di chiedere aiuto, ce ne sono molte altre che vivono situazioni di estrema difficoltà senza far rumore. Ci sono famiglie che si arrangiano in alloggi fatiscenti, giovani che rimandano la loro indipendenza, anziani che non riescono a sostenere i costi di manutenzione delle loro case. Questo disagio invisibile è forse la parte più dolorosa, perché non emerge nei numeri ufficiali, ma si manifesta nel silenzio di chi non sa o non vuole chiedere supporto.

“Come Amministrazione comunale, mettiamo in campo ogni risorsa possibile – ha aggiunto Tozzi – progetti per l’edilizia popolare, supporto per le emergenze abitative, collaborazione con le associazioni di volontariato e i servizi sociali. Tuttavia, queste azioni, per quanto importanti, restano un argine insufficiente di fronte a un problema così vasto. Non possiamo agire sui prezzi di mercato, né colmare da soli le carenze strutturali di un sistema nazionale che deve tornare a mettere al centro il diritto alla casa”.

In questo contesto, l’Amministrazione comunale ha lanciato un appello a tutta la comunità: quello di lavorare in modo sinergico, stimolando il dialogo con i privati, promuovendo progetti di co-housing e iniziative che valorizzino il patrimonio inutilizzato.

 

 

 

 

 

 

 

 



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