Colle di Val d'Elsa, requisito immobile per destinarlo a famiglia in difficoltà. Scontro tra Pd e maggioranza

PD ribadisce la collaborazione e l'aiuto per far fronte all'emergenza abitativa, ma non condivide alcune strategie della giunta. Maggioranza: "quando c’è un’urgenza abitativa grave e concreta, le risposte non possono attendere"

Di Redazione | 4 Aprile 2025 alle 16:30

Colle di Val d'Elsa, requisito immobile per destinarlo a famiglia in difficoltà. Scontro tra Pd e maggioranza

Una scelta che ha fatto discutere, ma che è andata nella direzione di non lasciare una famiglia per strada. L’emergenza abitativa è un problema che sta attraversando anche il Comune di Colle Val d’Elsa. Così l’assessore alle politiche abitative Daniele Tozzi, prima di lasciare una famiglia per strada, ha agito in maniera forte e usando la legge in maniera fine. Con un’ordinanza ha requisito temporaneamente un immobile (almeno sino al 30/09/25), precisamente di via Livini 37, di proprietà sia della Pubblica Assistenza sia della Misericordia, alle quali va un’indennità. Un’azione che rimanda addirittura all’articolo 7 del codice civile italiano del 1865 e all’articolo 835 del codice civile del 1942, che riguardano le requisizioni di beni immobili in caso di gravi e urgenti necessità pubbliche. In più con un decreto legislativo più recente, del 2000, attribuisce al sindaco la facoltà di adottare provvedimenti contingibili e urgenti per prevenire e eliminare gravi pericoli per la sicurezza urbana e l’incolumità pubblica. Quindi forte di queste leggi il Comune di Colle Val d’Elsa ha agito per la requisizione dell’immobile, per lasciarlo ad una famiglia che si era ritrovata senza un’abitazione. Un’ azione forte, ma a fin di bene, che come ha ricordato l’assessore Tozzi, fu una delle scelte politiche dello storico sindaco di Firenze Giorgio Li Pira, il quale si trovò ad affrontare una grave emergenza abitativa, e usò la requisizione di immobili sfitti.

La scelta forte da parte del Comune di Colle Val d’Elsa di requisire un immobile di proprietà di Pubblica Assistenza e Misericordia ha scatenato la reazione del Partito Democratico locale. Certo il PD ribadisce la collaborazione e l’aiuto per far fronte all’emergenza abitativa, ma non condivide alcune strategie della giunta riguardo alle politiche abitative. In particolare il segretario del PD Enrico Galardi ha contestato la mancanza del contributo fondo affitti nel bilancio di previsione. Ed entra nel merito della requisizione: “Avrei voluto invece un coraggio diverso quando è stato deciso di destinare notevoli risorse, ad esempio, per mesi di eventi, addobbi e luci per le festività natalizie. Non sarebbe stato meglio fare scelte diverse?” ha dichiarato Galardi.

L’assessore Tozzi respinge le accuse, dicendo: Il tema dell’emergenza abitativa è serio e merita tutta l’attenzione possibile. Sul piano del bilancio è doveroso chiarire un punto importante: nel 2024 abbiamo stanziato 80.000 euro per coprire il contributo affitti relativo al 2023, che non aveva trovato copertura durante la precedente amministrazione”. Poi l’assessore alle politiche abitative conclude perentoriamente: “Le scelte difficili non ci spaventano. Continueremo a prenderle, sempre mettendo al centro le persone”.

La risposta dei gruppi di maggioranza: “Leggiamo con attenzione e rispetto le considerazioni dell’ex sindaco, anche quando partono da un assunto condivisibile (“tutto giusto”) per poi smarrirsi tra illazioni, mezze verità e una certa nostalgia da retrospettiva. L’attuale Amministrazione ha scelto di comunicare con chiarezza una decisione importante non per autocelebrazione, ma per rispetto verso la comunità e verso le stesse associazioni coinvolte. Una scelta che è stata tutt’altro che “comoda”: quando si tocca un bene destinato a realtà attive e radicate nel territorio, lo si fa con consapevolezza e senso di responsabilità. Ma quando c’è un’urgenza abitativa grave e concreta, le risposte non possono attendere. E sì, servono anche atti concreti, non solo post indignati”.

“Colpisce – più di ogni altra cosa – l’ammissione dell’ex sindaco: non avrebbe finanziato il contributo affitti, per “inchiodare la Meloni alle sue responsabilità”. Tradotto: meglio lasciare famiglie in difficoltà, pur di poter attaccare il governo. Una visione politica che scarica il peso della propaganda sulle spalle dei più fragili. Noi abbiamo fatto una scelta diversa: aiutare chi ha bisogno. Senza bandiere, senza scuse. A ciascuno il suo stile.

“L’avanzo lasciato dalla precedente amministrazione – di cui ringraziamo la parte tecnica più che quella politica – è stato usato per scopi precisi, tra cui anche misure di contrasto all’emergenza abitativa. Oggi l’avanzo cosiddetto “libero” è soggetto a vincoli di legge e non può essere usato a piacimento. Noi non abbiamo mai promesso spese miracolose: lavoriamo con rigore, serietà e continuo confronto con la struttura tecnica”.

“Comprendiamo il timore, ma non possiamo ragionare per rassegnazione. Ogni passo, in questa vicenda, sarà monitorato, condiviso e finalizzato alla soluzione più equa. Infine, si ribadisce che la requisizione dell’appartamento è una misura temporanea ed eccezionale. L’immobile in questione – lo ricordiamo – appartiene alla Pubblica Assistenza e alla Misericordia di Colle di Val d’Elsa, che ringraziamo per la collaborazione e la sensibilità dimostrata. Tornerà nella piena disponibilità di queste associazioni non appena cessata l’emergenza abitativa che ne ha reso necessario l’uso, e in ogni caso entro la scadenza fissata dall’ordinanza. In conclusione, respingiamo al mittente ogni accusa di enfasi o propaganda. Il nostro obiettivo non è “farla lunga”, ma agire e spiegare, senza nascondere la complessità. Non c’è nulla di enfatico nel dire che la politica deve tornare ad essere vicina alle persone, con gesti concreti. E se questo dà fastidio, forse il problema non è nella comunicazione, ma nel cambiamento di passo che stiamo cercando di portare avanti”.



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