Il caso, a Colle di Val d’Elsa, doveva chiudersi qualche giorno fa, con la lettera aperta alla comunità da parte di Riccardo Vannetti, leader del centrosinistra colligiano. Tema: l’attacco omofobo ricevuto sui social dallo stesso Vannetti. E invece no, il dibattito ha continuato imperterrito. Sui social, nelle piazze, nei bar, all’interno del consiglio comunale e la vicenda avrà anche dei risvolti legali.
Facciamo un po’ di ordine, provando a sintetizzare in modo sommario. Agli inizi del mese Vannetti aveva ricevuto degli attacchi omofobi su un popolare gruppo facebook colligiano. Il PD aveva denunciato l’attacco, accusando altresì la maggioranza civica di fomentare questo clima di odio. La maggioranza civica, esprimendo solidarietà a Vannetti, aveva duramente respinto al mittente l’accusa. Poi la lettera aperta di Vannetti. Nell’ultimo consiglio comunale più o meno si è ripetuto lo stesso botta e risposta tra civici e centrosinistra in un misto di solidarietà, accuse e frecciatine al vetriolo. Insomma è diventato un caso anche politico.
La maggioranza ritiene inaccettabile che il Partito Democratico si arroghi il fatto di avere una sensibilità diversa rispetto alle altre forze politiche su temi come l’omofobia. Dal PD fanno sapere che c’è comunque soddisfazione con l’approvazione in Consiglio dei due ordini del giorno sulla comunicazione gentile e contro le discriminazioni. Intanto oltre a questa discussione divenuta politica; uno degli autori dei post incriminati come attacchi omofobi a Vannetti è già passato alle vie legali per tutelare la propria immagine. Quest’ultimo, sottolineando la campagna diffamatoria e il circo mediatico nei suoi confronti, ha detto: “Sono stato marchiato dalla mia comunità come omofobo. Sono marchi indelebili”.