Comitato Palestina Siena-Unistrasi, scontro aperto. Montanari: "Infamie e falsità, impossibile un incontro"

Tensione altissima tra le parti dopo una lettera del Comitato inviata al Rettore, che parla di "complicità con l'invasione sionista". "Toni inaccettabili e infamie, non ci può essere dialogo"

Di Redazione | 14 Maggio 2024 alle 19:00

Comitato Palestina Siena-Unistrasi, scontro aperto. Montanari: "Infamie e falsità, impossibile un incontro"

E’ scontro aperto tra il Comitato Palestina Siena e l’Università per Stranieri di Siena, dopo l’iniziativa dell’occupazione con le tende dell’ateneo cittadino. Il comitato accusa l’Unistrasi di “complicità con l’occupazione sionista”, una contestazione rigettata al mittente con forza e sdegno dal Rettore Tomaso Montanari.

Ad una lettera del comitato dai contenuti particolarmente duri, recapitata ieri al Rettore, lo stesso ha risposto in modo altrettanto sostenuto: i toni del dibattito, molto accesi, sembrano rendere impossibile un incontro per il necessario confronto che invece sembrava poter aver presto luogo.

La lettera del Comitato, a firma di Francesca Parri: “A seguito del 7 ottobre e della conseguente reazione inumana dell’entità sionista, abbiamo assistito a una dimostrazione di solidarietà senza precedenti da ogni parte del globo. Studenti e cittadini della provincia di Siena si sono mobilitati dal primo momento per richiedere un immediato cessate il fuoco e lo stop agli accordi in corso con Università israeliane e aziende coinvolte nella filiera bellica, e abbiamo assistito a un impegno concreto nel boicottaggio economico di aziende coinvolte, direttamente o con accordi, nel finanziamento del genocidio e dell’occupazione in Palestina. Anche da parte della comunità accademica senese è arrivata da subito la condanna delle azioni genocidarie portate avanti dall’occupazione israeliana a Gaza, come abbiamo visto dal fatto che vari docenti e ricercatorə dell’Università per Stranieri di Siena abbiano sottoscritto l’appello per il cessate il fuoco e per lo stop agli accordi in corso con Università israeliane e aziende coinvolte nella filiera bellica e la lettera aperta al Ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale Antonio Tajani che richiedeva lo stop al bando MAECI di cooperazione scientifica con Israele da parte del Ministero.
A sette mesi dall’inizio dei bombardamenti indiscriminati, la situazione in Palestina è
drammatica: secondo le dichiarazione di Al Jazeera, in data 03/05/2024, il numero delle vittime
provocate dai bombardamenti indiscriminati israeliani supera i 34.000 esseri umani uccisi, e
oltre 77.000 persone ferite, cui vanno aggiunti più di 1 milione e 700 mila civili sfollati dalle loro
case (di cui circa 610.000 bambini)”.

“Tra le persone uccise, ci sono anche 196 lavoratori delle Nazioni Unite (UN) e 103 giornalisti; i bombardamenti stanno colpendo soprattutto aree ed obiettivi non militari, tra cui ospedali, scuole, chiese, moschee e abitazioni; a Gaza ed in Cisgiordania è stato distrutto quasi il 90% degli edifici scolastici, 260 insegnanti sono stati uccisi ed il 70% delle abitazioni sono state danneggiate o distrutte. La repressione contro chi mostra la sua solidarietà verso il popolo palestinese si fa ogni giorno più forte, e ne sono una dimostrazione i fatti dello scorso 23 febbraio a Pisa e a Catania come
anche gli sgomberi e gli arresti che colpiscono studentə, docenti e ricercatorə in presidio permanente nelle università statunitensi: solidali con la Palestina e con le proteste di tutto il mondo, porteremo avanti le nostre rivendicazioni fino a che l’Università per Stranieri di Siena non rescinderà ogni complicità con l’occupazione sionista”.

“L’Università per Stranieri di Siena già dal 2021 partecipa al progetto Mare Aperto, progetto in cui
i partecipanti sono coinvolti in tirocini di mediazione linguistica insieme alla Marina Militare e
partecipano attivamente a esercitazioni militari che coinvolgono, fra gli altri, anche le Forze Armate Israeliane. Con questi presupposti, riteniamo che organizzare eventi di solidarietà con le vittime palestinesi, come quello in programma per mercoledì 15 maggio, sia una manifestazione più che evidente dell’ipocrisia e dell’incoerenza di un’istituzione come l’Università pubblica, che da una parte collabora con un’entità che occupa, bombarda e uccide e dall’altra esprime solidarietà con le vittime di questi bombardamenti e omicidi, anche con raccolte fondi”.

“Inoltre, a seguito della contestazione che abbiamo portato avanti contro la Ministra Bernini in occasione dell’inaugurazione dell’Anno Accademico presso l’Università per Stranieri di Siena in data 19 febbraio, il Magnifico Rettore si è sottratto a ogni tipo di confronto, dichiarando che non avrebbe partecipato “ad alcun dibattito con chi ha scelto di usare l’insulto, la diffamazione e la menzogna”, termini che noi respingiamo in blocco in quanto non aderenti alla realtà dei fatti. Forti della disponibilità mostrata dai rettori di altri atenei italiani a indire una seduta straordinaria e allargata del Senato Accademico e a incontrare, pubblicamente o meno, gli studenti (Uniba, Federico II, Sant’Anna, Normale, Unimi, Unibo, Unito, Sapienza) e fiduciosi della rinnovata disponibilità mostrata dal Rettore Montanari a confrontarsi con parti della mobilitazione che sta avvenendo a livello nazionale sul tema della Palestina, come Comitato Palestina Siena chiediamo un incontro pubblico in assemblea aperta con il Rettore Tomaso Montanari per le ore 18.30 del giorno 15 maggio, data in cui ricorre il 76° anniversario della Nakba, presso l’Acampada al polo Mattioli. Non bastano più le dichiarazioni di solidarietà, adesso vogliamo azioni concrete”.

La risposta di Montanari: “Mi spiace molto doverle dire che la lettera che mi ha inoltrato a nome del Comitato Palestina per Siena ha contenuti falsi, e toni inaccettabili e ancora una volta gravemente insultanti. Accusare la comunità della Stranieri di «complicità con l’occupazione sionista» è un’infamia gratuita, infondata, squadristica. Nessun dialogo è possibile se questa affermazione gravissima non verrà prima pubblicamente ritirata. Come la Marina militare è tornata oggi a confermarci, è fattualmente falso che l’operazione Mare aperto veda la partecipazione delle Forze armate israeliane. È anzi vero che a questa operazione si debba uno dei pochi soccorsi occidentali a Gaza (https://www.vaticannews.va/it/mondo/news/2024-02/bambini-gaza-nave- ospedale-vulcano-la-spezia-padre-faltas.html). Quanto all’iniziativa del 15 maggio, invito il Comitato Palestina a non privatizzare a suo vantaggio una causa che appartiene a tutte e tutti coloro che intendono sostenerla. Lo invito ad avere rispetto se non per una intera comunità accademica, almeno per coloro che hanno scelto la Stranieri per la prima nazionale di Messaggi da Gaza, ora, conoscendo perfettamente le nostre posizioni: che sono di fermissima e pubblica condanna di ciò che Israele sta perpetrando a Gaza, e di argomentata volontà di non troncare nessun rapporto con nessuna università di nessun Paese del mondo. I toni del messaggio rendono purtroppo del tutto impossibile un incontro. La mia personale propensione al dialogo è, come è noto, larghissima (sabato 18 sarò, per esempio, relatore ad un incontro di Cambiare Rotta, a Roma), con l’unica doverosa eccezione di chi sceglie la via violenta della menzogna, e della diffamazione dell’interlocutore. Mi spiace davvero che la sacrosanta mobilitazione studentesca per Gaza si affidi, a Siena, a parole inconsapevoli e irresponsabili come queste”



Articoli correlati