Si sposta a mercoledì 10 novembre l’udienza del processo per comportamento antisindacale a carico di banca Mps, scaturito dopo la denuncia delle sigle sindacali Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin. L’appuntamento era già stato rinviato a oggi.
Le contestazioni dei sindacati riguardano il periodo della trattativa tra Tesoro e Unicredit per l’acquisto della banca senese, durante il quale, per i sindacati “la banca non ha mai avuto nulla da replicare alle preoccupate richieste dei Rappresentanti delle Lavoratrici e dei Lavoratori, salvo un generico invito da parte del CDA della banca alla serenità, improvvidamente pubblicato sul sito intranet in piena mobilitazione”, arrivando invece, sempre per le sigle sindacali, ad avviare “tre procedure fortemente impattanti per i Lavoratori e per l’organizzazione della banca”. In particolare, ricordano i sindacati, Mps “ha dato luogo a un’operazione di distacco decennale che coinvolge circa 300 colleghi senza metterci nelle condizioni di fare le nostre valutazioni e osservazioni, attraverso la definizione di un “contratto di rete”, fino ad oggi mai utilizzato all’interno del Gruppo Mps,
che può aprire cupi orizzonti per la gestione del personale e degli esuberi. Ha inoltre avviato altre due procedure – chiusura filiali e riassetto mondo corporate, relative a un Piano Industriale mai approvato dall’Europa – senza indicarci una data di convocazione. Tre iniziative molto criticabili” sono state definite.
Per questo, Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin, unitariamente, hanno conferito agli avvocati il mandato di ricorrere contro la Banca Monte dei Paschi di Siena ai sensi dell’articolo 28 della Legge 300 del 1970 (meglio nota come “Statuto dei Lavoratori”) per la repressione del comportamento antisindacale.
Il giudice del lavoro, Delio Cammarosano, ha già ascoltato i legali di ambo le parti, e mercoledì, nel caso queste non trovassero un accordo, prenderà la sua decisione in merito.