Chiedono una diversa organizzazione degli eventi, promozione del territorio, un supporto economico, la riduzione delle tasse locali, maggiore sicurezza nel viaggiare. Ma anche bandi a sostegno, una piattaforma turistica di sistema, il sostegno alle reti di impresa.
Sono le richieste più gettonate dagli imprenditori del turismo così come emergono dall’Osservatorio Turistico della Provincia di Siena, progetto che nasce da Confcommercio Siena, Confesercenti Siena, Camera di Commercio e Fondazione del Monte dei Paschi di Siena, per offrire analisi delle dinamiche e delle tendenze della filiera turistica del territorio.
“La pandemia non è finita e ancora la ripresa vera deve venire – fa notare Luisella Bartali, responsabile Turismo Confcommercio Siena – Le nuove chiusure in Europa e il susseguirsi di ipotesi che mediaticamente si sono aperte sul Natale non fanno bene al trend attuale, non certo negativo, che abbiamo vissuto dall’estate. In più l’economia non dà segnali di stabilizzazione al momento e i prezzi alle stelle delle materie prime non fanno che generare incertezza e situazioni di difficoltà che si riflettono sui consumi”.
“Le richieste che emergono dall’Osservatorio sono urgenti – chiedono Bartali e Carmine Diurno, responsabile Turismo Confesercenti Siena – Dobbiamo investire su eventi di qualità, fare una promozione sistematica del territorio che leghi le diverse realtà, forte sinergia tra le istituzioni. E poi è inconcepibile che non si possa intervenire sulla tassazione locale”.
“Ci sono valori come natura, wellness, tipicità, esperienza su cui è imprescindibile lavorare – osserva Carmine Diurno – Così come è importante accelerare per raggiungere un obiettivo su cui con Camera di Commercio stiamo già lavorando: ovvero creare un portale unico sulla provincia di Siena. Il turismo post pandemia si muove tantissimo anche fuori dai canali tradizionali di prenotazione e dai grandi player”.
Il trend del settore turistico e ricettivo Nel 2020 il 40% delle imprese ha dovuto chiudere l’attività per almeno 3–6 mesi mentre quasi un’impresa su 4 ha dovuto chiudere per più di 6 mesi. Il commercio ha risentito meno a livello di chiusure rispetto alle altre attività. A fronte di un primo trimestre 2021 ancora in frenata si rileva una ripartenza totale delle attività in special modo nel 3° trimestre dove l’83,5% del campione risulta aperto a pieno regime e il rimanente 15% aperto a regime ridotto. Le attività commerciali risultano quelle che hanno risentito meno delle chiusure nel 2021. Ripartenza pressoché totale nel 3° trimestre anche per il settore ricettivo e ristorativo.
Le perdite del 2020 e i dati 2021 Il 50% delle imprese nel 2020 ha perso più del 50% del fatturato rispetto all’anno 2019 e il 38% fino al 50%. Solo il 12,3% delle imprese non ha subito perdite. Ad una dinamica di contrazione del fatturato che contraddistingue il 63% delle imprese nel 1° trimestre 2021 rispetto al 1° trimestre 2020 segue una stagione primaverile ed estiva 2021 in netto miglioramento rispetto all’anno precedente: circa il 40% delle imprese rileva una crescita del fatturato. L’incremento nel corso del 2021 è risultato evidente per tutte le tipologie di attività e nell’ultimo trimestre in misura maggiore per l’attività ricettiva. Il 63,9% infatti dichiara che è in crescita oltre il 50%. Il 46% ha giudicato la stagione estiva positiva come da aspettativa mentre il 36% oltre le aspettative. Solo il 17% esprime una valutazione negativa. Tale giudizio viene attribuito per lo più dalle attività commerciali.
Le previsioni per l’inverno 2021 La maggior parte delle imprese (40%) è ottimista sull’andamento della stagione invernale, vi è un 15% che è pessimista mentre un 16% non riesce a fare previsioni. Il 29% non prevede sostanziali differenze rispetto alla medesima stagione del 2020. Ottimismo maggiore da parte del settore ricettivo. La ripresa totale delle attività secondo livelli pre-covid arriverà per il 34,5% degli intervistati per la fine del 2022 e per il 18,5% entro il 2023. Solo il 10,5% non ha subito mai perdite o ha già raggiunto i livelli pre-covid.
Camerieri e addetti al settore Hospitality cercasi Capitolo a parte per il personale. Il 61% delle attività non ha avuto necessità di reperire personale. Durante la stagione estiva. Del 39% delle attività che hanno dovuto reperire personale, il 51% non è riuscito a trovarlo. I camerieri risultano le figure professionali più difficili da reperire.
Il baratro aperto dal Covid 88 milioni di euro sono stati spesi dai viaggiatori stranieri nel 2020 in Provincia di Siena a fronte di 336 milioni spesi nel 2019. La crisi economica e le forti restrizioni legate all’emergenza covid19 hanno fortemente influito sul turismo e soprattutto sugli spostamenti internazionali. Prima della pandemia il fatturato diretto e indiretto generato dal turismo in Provincia di Siena ammontava a 1,25 miliardi di euro, pari al 16% del pil provinciale. Tra il 2019 e il 2020 il turismo straniero segna una flessione dell’80% a fronte di una flessione del 33% di quello italiano. Il turismo in strutture extra alberghiere tiene maggiormente. Infatti, se gli arrivi in totale scendono del 58% (meno 62% negli alberghi e meno 52 nelle strutture extralberghiere) gli arrivi stranieri totali diminuiscono dell’80% mentre quelli italiani del 33%. Per quanto riguarda le presenze totali, queste diminuiscono del 55%, meno 61% in albergo e meno 49 nell’extralberghiero. Le presenze straniere in totale diminuiscono del 76%, meno 83% negli alberghi e meno 72 nelle strutture extralberghiere. Le presenze italiane invece diminuiscono del 23%, in albergo meno 38% mentre in agriturismi e B&B addirittura più 1%.