Una vera e propria prova di cittadinanza attiva quella portata avanti dall’associazione studentesca Cravos Siena per questo 7 ottobre con la conferenza dal titolo questione Palestinese. Una iniziativa molto chiacchierata e che ha creato, suo malgrado, diverse opposizioni, prima fra tutte quella del Senato Accademico che non aveva concesso loro l’autorizzazione allo svolgimento. La conferenza, nonostante tutto, si è svolta ed è stata letteralmente presa d’assalto, perché ad assistere al lungo pomeriggio ricco di interventi di altissimo livello, sono stati oltre 500 tra studenti, giovani e cittadini qualsiasi che avevano a cuore la verità, ciò che succede e sta succedendo in quella striscia di terra così duramente colpita da quasi 80 anni.
“Noi siamo veramente contenti che tutto questo si sta realizzando – spiega Samuele Picchianti di Cravos Siena -. Nonostante la revoca dell’autorizzazione da parte del Senato Accademico, c’è stato tanto supporto anche da parte dei docenti. Prima una lettera e poi anche molte iniziative individuali da parte dei docenti che hanno fatto pressione al Rettore. Abbiamo iniziato una raccolta fondi dal momento in cui ci è stato negato il finanziamento e anche lì la componente docenti insieme alla componente cittadina di Siena si è fatta molto sentire. Noi ringraziamo veramente tutti: le singole persone, le associazioni, i sindacati che ci sono stati vicini e che hanno anche loro realizzato tutto questo”.
Assente il Rettore dell’Università degli Studi di Siena Roberto Di Pietra, invitato a partecipare dall’associazione, mentre in collegamento ha parlato lo storico israeliano Ilan Pappè che ha raccontato le ragioni di tanti anni di scontro e di violenza. Mentre a fare un quadro di quella che è la situazione oggi in Israele è stata la professoressa e Relatrice speciale delle Nazioni Unite sui Territori palestinesi occupati, Francesca Albanese che si è schierata dal primo momento con l’iniziativa di Cravos Siena.
“È fondamentale creare dibattito in un contesto in cui il dibattito è blindato, come ci dicono i nostri amici del laboratorio ebraico contro il razzismo, che si sono espressi con parole di condanna sul tentativo di non ospitare questa conferenza – spiega la relatrice ONU Francesca Albanese -. A me ha dato molto fastidio il pregiudizio nei confronti di questa iniziativa, perché si è pensato quasi che si volesse ospitare il dibattito oggi per celebrare qualcosa. Da dove viene questa tracotanza? Come si fa a non capire il sentimento di lutto che alberga in tutti noi oggi per la morte di innocenti israeliani, palestinesi, non importa la nazionalità o non importa la religione. Ed è quello che io ho capito questi ragazzi stessero tentando di fare ed è per questo che io ho aderito. Ilan Pappè ha aderito ed è fondamentale parlare perché è soltanto dalla conoscenza che nasce l’opportunità di un dibattito informato e come ci diceva Norberto Bobbio – bisogna capire prima di discutere e discutere prima di condannare -“.