“La circolare del 24 aprile con cui il Ministero dell’Interno ritiene che il DL “Riaperture” vieta ai bar la possibilità di effettuare la somministrazione al banco è giuridicamente incomprensibile e non ha alcun fondamento di sicurezza sanitaria”.
Vanno al cuore del problema Fipe Confcommercio Siena e Fiepet Confesercenti Siena, le due associazioni che rappresentano bar e ristoranti. La nuova normativa all’interno del Decreto Sostegni in sostanza chiede ai bar di fare somministrazione al banco solo in presenza di strutture all’aperto. Una indicazione che, di fatto, crea ulteriori problemi – come se ce ne fosse bisogno – ai 565 bar presenti nella provincia di Siena.
In sostanza, stando alla circolare del Ministero dell’Interno, la somministrazione al bancone non si potrà fare prima del 1° luglio mentre a partire dal 1° giugno sarà possibile consumare al chiuso, ma al tavolo.
“Siamo di fronte ad un attacco vero e proprio del modello di offerta del bar italiano – alzano la voce Marco Cioni, presidente Fipe Confcommercio Siena e Michele Vitale presidente Fiepet Confesercenti Siena – che si differenzia da quelli degli altri paesi proprio perché basato sul consumo al banco. Un provvedimento incomprensibile, punitivo ingiustificato anche sotto il profilo scientifico sui rischi sanitari che si corrono. Anzi la scienza continua a sostenere che il rischio di contagio cresce con l’aumento del tempo di contatto. Quindi quella interpretazione deve essere rivista”.
Per dare voce ai 565 bar del territorio senese, Fipe Confcommercio Siena e Fiepet Confesercenti Siena chiedono dunque un intervento urgente da parte del MISE. “Ormai il tema della salute pubblica non può essere separato da quello della tenuta di un intero settore produttivo. Siamo già oltre il baratro. Quando se ne renderanno conto a Roma? Di fatto per i bar hanno inserito così tante restrizioni che è come essere in zona arancio. Quindi sono urgenti a questo punto nuovi sostegni. Veri, non fittizi come nel decreto precedente”.
L’interpretazione che il Ministero ha dato della norma è stata completamente inattesa considerando che il decreto non esclude espressamente il consumo al banco. Non solo, dopo 14 mesi di blocco delle attività di ristorazione, almeno l’aspettativa di una regolamentazione puntuale non doveva essere tradita. Nel settore bar in Italia si sono già persi 8 miliardi di euro di ricavi e 90.000 posti di lavoro.
“Un paradosso giuridico e sanitario – fanno notare i due presidenti – In zona gialla i bar hanno sempre avuto la possibilità di effettuare la somministrazione al banco anche in virtù del fatto che si tratta di un consumo veloce, che non implica una lunga permanenza all’interno degli esercizi. Questa norma è peggiorativa e crea grandi differenze tra chi spazio all’aperto ce lo ha e chi no”.