Anche bar, ristoranti, alimentari, supermercati di Siena E provincia aderiranno alla giornata di mobilitazione nazionale proclamata da Fipe Confcommercio, Federdistribuzione, ANCC Coop, ANCD Conad, FIepet Confesercenti e FIDA.
Per tutta la giornata del 15 giugno i pubblici esercizi non accetteranno alcun pagamento tramite buoni pasto. Si tratta di un blocco necessario per far arrivare alle istituzioni l’appello, troppe volte ignorato, per una strutturale riforma di una forma di pagamento che interessa ogni giorni migliaia di cittadini ed esercenti, e che per questi ultimi è sempre più insostenibile. Due, in particolare, gli obiettivi: la riduzione immediata dei ribassi sul prezzo richiesti in fase di gara alle società emettitrici dei buoni pasto, e rispetto del valore nominale del ticket eliminando le gravose commissioni pagate dagli esercizi commerciali.
“Paghiamo in media circa il 20 per cento di commissioni – espone Carlo Guiggiani, imprenditore referente dell’area sindacale commercio di Confesercenti Siena – un valore che specialmente per un dettagliante alimentare annulla tutti i margini di esercizio. Teniamo conto che il buono pasto che a Siena e provincia il buono pasto è utilizzato da almeno un cliente su 10 per fare la spesa, e dal 30 per cento di chi si rivolge a bar e ristoranti. La crescita delle commissioni è stata alimentata negli anni dal meccanismo del massimo ribasso imposto dalle gare Consip per le forniture alla Pubblica amministrazione; in passato veniva in parte sobbarcato dalle imprese emettitrici ma dopo il fallimento di alcune di esse lo Stato ha imposto di scaricarne l’intero peso sull’esercente finale, aggiungendo una voce ulteriore di costo sugli acquisti con buoni pasto digitali. La conseguenza per noi è stata uno scenario ormai insostenibile: ecco perché chiediamo un tetto massimo alle commissioni”.
“La nostra è una protesta che ha l’obiettivo di salvaguardare la funzione del buono pasto perché se si va avanti così sempre meno aziende saranno disposte ad accettarli – dice Daniele Pracchia Direttore di Confcommercio Siena – insomma, il buono pasto rischia di diventare davvero inutilizzabile. C’è bisogno di una vera riforma che renda il sistema economicamente sostenibile anche per le nostre imprese che in fin dei conti sono quelle che danno il servizio ai lavoratori. Ma è altrettanto urgente far sì che la prossima gara Consip da 1,2 miliardi di euro non venga aggiudicata con gli sconti delle precedenti perché saremo sempre noi a pagarli”.