“C’è troppa euforia attorno al Monte dei Paschi. Non vorremmo che l’ottimo lavoro di Lovaglio fosse il pretesto per accelerare una svendita utile solo alle esangui casse del Governo Meloni. Un Governo deludente nella gestione delle sorti della banca senese. Banca che senese deve rimanere”. Così una nota dell’associazione Confronti sugli ultimi sviluppi di banca Mps Siena, che ha chiuso un bilancio 2023 dai numeri positivi e si appresta a tornare ad assumere personale.
“Tanta euforia, che ha riportato in auge addirittura anche la voce stonata del Governatore Giani – prosegue Confronti – che sembra non capire, ancora, dopo tanto tempo, come solo un Monte protagonista assoluto e aggregante nel mercato del credito italiano possa essergli utile. Chieda ai suoi predecessori, così comprenderà quanto MPS, in quanto banca nazionale di assoluto rilievo, ha fatto per l’economia toscana. Faccia quello che crediamo non faccia mai: telefoni a Vannino Chiti, Claudio Martini ed Enrico Rossi”.
“L’economia toscana, infatti, non ha nulla da guadagnare da un Monte comprato (ipotesi Unicredit) o aggregato (ipotesi BPER o BPM). Ci vogliono uno o più investitori convinti di scommettere nell’avere una banca propria, autonoma, capace di aggredire il mercato e di essere, lei, soggetto aggregante. Viste le performance della gestione Lovaglio, al netto degli utili generati dai tassi di interesse, non dovrebbe essere un compito difficile trovarli” prosegue l’associazione.
“Ma la fretta di Giorgetti e Meloni di fare cassa non è funzionale a tutto ciò. Che, ricordiamocelo, è l’unica prospettiva utile per MPS. E le incursioni alla Giani, istituzionalmente incompetente sull’argomento, peggiorano il quadro. Se c’è, batta un colpo, la città di Siena. Ma – ci domandiamo – sarà in grado, con le sue istituzioni, di mettersi contro l’attuale governo e contro l’onnipresente Giani, che tanto rumore e pochi risultati ha portato quaggiù?” è la chiosa.