L’assessore Sylvia Sestini ha fatto chiarezza sulla situazione, garantendo sull’erogazione ai servizi e sul no al blocco del turnover
L’assessora alla Sanità Sylvia Sestini, questa mattina, ha risposto alle quattro interrogazioni urgenti che hanno avuto per oggetto i tagli di spesa alla sanità, annunciati in questi giorni sulla stampa dalla Regione Toscana, e presentate, rispettivamente, da Giuseppe Giordano, Michele Pinassi e Enzo De Risi; Ivano Da Frassini, Giulia Periccioli, Simone Vigni; Laura Sabatini e Alessandro Trapassi.
Giordano, nel sottolineare che la Regione avrebbe intimato anche alle Aziende ASL e Aziende ospedaliere del nostro territorio di diminuire la spesa su personale e farmaci, nonostante le necessità di incrementare gli organici al fine di migliorare i servizi e contenere le liste di attesa, ha chiesto di conoscere i tagli effettivi sulla sanità senese: su quali settori, servizi e prestazioni; se questi incideranno sulle selezioni in atto e le liste di attesa; quali saranno i farmaci interessati dai tagli. E, infine, quali le iniziative prese per evitare che questa riduzione causi una contrazione dei servizi sanitari resi alla popolazione del nostro territorio. l consiglieri Pinassi e De Risi, hanno evidenziato come la notizia del taglio di 10 milioni di euro arrivi mentre giungono voci su inopportuni aumenti di compensi a dirigenti regionali del comporto Sanità, ed hanno chiesto informazioni, nonostante che i direttori della ASL e dell’ospedale senese a mezzo stampa abbiano rassicurato che non ci saranno diminuzioni sul personale medico e sanitario, sia sull’aumento dei compensi e i soggetti che ne sarebbero interessati, sia sui previsti tagli compresa la loro incidenza sul servizio nella nostra area.
Anche da parte dei consiglieri Da Frassini, Periccioli e Vigni la richiesta di sapere se l’annunciato taglio corrisponde al vero, e quali le ricadute sulla sanità pubblica locale.
Sulla stessa linea l’interrogazione a firma di Sabatini e Trapassi che, nel rimarcare l’obbligo morale e civile di intervenire per denunciare il profondo taglio di spesa, hanno chiesto anche loro di concerne l’esatto importo; se il sindaco interverrà affinché L’AOU senese non perda, se ancora non già avvenuto, il suo ruolo di alta specializzazione; e se il primo cittadino è consapevole del fatto che una buona sanità si può fare solo con: personale preparato ed esperto; organici sufficienti per non rasentare la pericolosità; farmaci adeguati e proporzionati ai bisogni; e con fondi capaci di garantire tutto questo.
L’assessora alla sanità ha informato il consesso di quanto emerso da contatti con la sua collega alla Regione ed ha puntualizzato come il bilancio 2017 della Sanità della Regione Toscana è stato chiuso con un attivo di 6 milioni, senza ricorrere all’utilizzo del pay back farmaceutico a cui hanno fatto ricorso molte Regioni, quindi con fondi propri. Tuttavia il MEF ha riscontrato criticità a proposito del livello di spesa farmaceutica. Il risparmio di 45 milioni richiesto alla nostra Regione, che, spalmato su tre anni, si quantifica in 15 milioni all’anno, deve essere iniziato quanto prima al fine di dimostrare la tendenza positiva e garantire il bonus di 66 milioni per gli anni seguenti. 15 milioni, ha fatto notare l’assessora regionale, sono circa lo 0,7% della spesa annuale per il personale, che ammonta a 2 miliardi e 100 milioni. Non si bloccherà il turnover, a breve verrà fatta una delibera con cui si procederà alla stabilizzazione di gran parte dei precari, come fatto nel 2015.
In seguito a contrattazione con i sindacati, sono stati deliberati accordi anche sulla mobilità. Inoltre la Regione Toscana ha destinato 54 milioni per rinnovi contrattuali che non rientrano, in quanto tali, nel limite del 2004. Facendo seguito – ha evidenziato – a una mia specifica domanda, l’assessora regionale ha espresso speranza e insieme difficoltà sulla possibilità di accoglimento del ricorso alla Corte Costituzionale contro la norma che porta alle restrizioni di cui parliamo oggi. Già nel 2008 un ricorso simile presentato dalla Regione Veneto fu respinto, ma ora i tempi sono cambiati e se è giusto che lo Stato chieda che i bilanci siano in parità, è anche vero che in seguito al referendum la gestione della Sanità è rimasta alle Regioni che dovrebbero poter disporre in autonomia dei mezzi per raggiungere questo scopo.
Per quanto riguarda il “taglio di 10 milioni alla sanità senese” come è stato definito dalla stampa, è noto che è dovuto alla legge nazionale del 2006, ripresa nel 2009 e poi dalla finanziaria Monti del 2012, che impone che la spesa per il personale entro il 2020 sia riportata al livello del 2004 meno l’1,4%. Sentiti i Direttori Generali o i loro uffici risulta che la cifra di 9,9 milioni, spalmata nei tre anni fino al 2020, riguarda tutta l’ASL Toscana sud est, quindi le province di Siena, Arezzo e Grosseto, e avrà una ricaduta sul nostro Comune di circa un milione di euro, mentre all’AOUS è richiesto un rientro di circa 2,1 milioni per la spesa del personale e 1,2 per i farmaci.
Entrando nel merito dell’interrogazione presentata da Da Frassini, Periccioli e Vigni: la riduzione della spesa per il personale, salvo definitivi conteggi e conseguente ufficialità del dato, si attesta, per il 2017, su una spesa complessiva inferiore al valore risultante dal rispetto della normativa vigente (spesa anno 2004 -1,4%), per un importo pari a circa un milione e 187mila euro, pienamente ossequiosa del dettato normativo. Al fine di garantire un rispetto sostanziale della norma nazionale, l’Azienda dovrebbe contenere ulteriormente la spesa, per il 2018, per una cifra pari a un milione di euro. L’ulteriore riduzione non toccherà il programma di sviluppo e potenziamenti delle attività di assistenza, didattica e ricerca di cui alla delibera GRT 351/2017, che prevede un finanziamento regionale dedicato all’assunzione di 14 professionalità di alta competenza nei ruoli universitari, né inciderà sullo svolgimento e la conseguente assunzione di personale apicale per la direzione delle Unità Operative ospedaliere, per alcune delle quali sono in corso procedure pubbliche di reclutamento. Neppure si inciderà sul turn over delle professioni sanitarie, contenendo, invece, il ricorso all’assunzione di più costoso personale interinale (nello scorso anno resa necessaria dalla mancanza di graduatorie concorsuali, specialmente in ambito infermieristico), rivedendo, in leggera flessione, l’apporto professionale di personale contrattista e giovandosi della minor spesa legata ad alcune cessazioni, avvenute nel corso del 2017, di personale universitario. Massima attenzione sarà, ovviamente, posta sulle necessità di reclutamento di personale non dedito alle linee assistenziali. In sintesi, l’assessora rispondendo anche a quanto richiesto da Michele Pinassi e Enzo De Risi ha sottolineato che, per quanto concerne l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Senese, il contenimento dei costi non avrà alcuna incidenza sull’erogazione di prestazioni sanitarie, perché verrà garantito il reintegro del turn over nelle linee assistenziali e portate avanti le procedure concorsuali per le apicalità vacanti. Mentre nulla può rispondere l’Azienda sulla tematica dei presunti aumenti dei compensi ai dirigenti regionali.
Tornando all’interrogazione presentata da Laura Sabatini e Alessandro Trapassi l’assessora ha detto che relativamente al contenimento della spesa farmaceutica la revisione prevista è di circa un milione e 250mila euro e passerà esclusivamente attraverso un’attenta politica di individuazione delle molecole a dimostrata parità di efficacia terapeutica e a minor costo. Su questo versante, uno per tutti dall’utilizzo dei farmaci biosimilari, ci si attende una sostanziale flessione dei costi, da attuarsi sulla base del presupposto sopra dichiarato, senza alcuna riduzione di prestazioni di ricovero o ambulatoriali; su quest’ultimo versante, in controtendenza rispetto al trend storico, saranno aumentati i servizi ambulatoriali e diagnostici, mediante una riorganizzazione delle attività e una maggior apertura all’utenza dei servizi medesimi.
Tornando al quesito posto da Giuseppe Giordano l’assessora alla Sanità, in merito al contenimento delle spese per il costo del personale e della spesa farmaceutica, ha detto che non esiste alcuna più cogente indicazione in merito alla distinta tipologia di profili professionali o di categorie farmaceutiche su cui indirizzare le misure di razionalizzazione, essendo, ovviamente, lasciato il più ampio margine operativo all’autonomia aziendale.
Nessuna ripercussione negativa in attesa dell’erogazione delle prestazioni sanitarie, le cosiddette liste di attesa, a parità di risorse professionali impiegate.
Dalle informazioni ricevute dalla Direzione ASL Sud Est, relative alla situazione senese a proposito della diminuzione di personale, non sono previsti tagli ma normali dinamiche di efficientamento proprie di ogni azienda volte a migliorare l’appropriatezza nell’impiego del personale. I processi di reclutamento in atto continueranno quindi lungo le normali traiettorie aziendali e tutto ciò, unito al recupero dell’appropriatezza, non inciderà negativamente sui tempi di attesa.
Pertanto anche il rispetto del vincolo di legge in materia di costo del personale sarà perseguito nell’ambito ordinario delle suddette dinamiche.
Tutto questo perché c’è piena conoscenza e consapevolezza del fatto che la buona sanità è il frutto di personale adeguato e motivato che applica correttamente i principi e le linee guida migliori per la salute dei pazienti.
Infine, non risulta alcuna notizia relativa al presunto aumento di compensi della dirigenza citato dal consigliere De Risi e, per quanto concerne la riduzione della spesa farmaceutica, si fa presente che è composta da due parti: la spesa farmaceutica territoriale (sostenuta per rimborsare le ricette spedite dalle farmacie convenzionate, pubbliche e private) e in questo caso la spesa della Regione Toscana si colloca ai livelli intermedi comparata con quella delle atre regioni; e la spesa farmaceutica ospedaliera (spesa sostenuta per i pazienti ricoverati, i trattamenti ambulatoriali e in Day Hospital, l’erogazione diretta dei farmaci ad erogazione esclusiva delle ASL, i farmaci della distribuzione per conto, i farmaci dell’erogazione diretta alla dimissione del ricovero o della visita ambulatoriale); in questo caso la spesa della Regione Toscana è la più alta a livello italiano a esclusione della sola Sardegna;
In particolare l’Azienda USL Toscana Sud Est, nell’anno 2017, ha speso: 106,2 milioni di euro di Farmaceutica Territoriale; 149 milioni di euro di Farmaceutica Ospedaliera.
A queste spese debbono essere aggiunti: 71 milioni di euro di dispositivi Medici e 8,5 milioni di euro di vaccini.
Nel 2018, ha concluso, verrà intrapreso un percorso di ottimizzazione dell’impiego di risorse nell’ambito dell’utilizzo dei medicinali e i dispositivi medici che sfruttando nuovi farmaci che hanno costi più contenuti rispetto ad analoghi presenti sul mercato, i farmaci biosimilari e i medicinali equivalenti, che consenta il rispetto delle risorse assegnate senza che siano compromessi i livelli di assistenza quantitativi e qualitativi. Ed ha confermato che l’attenzione sua e del sindaco sarà forte nel monitorare che l’opportuno contenimento de posti non metta a rischio le prestazioni e il ruolo di alta specializzazione del nostro Ospedale.
Giuseppe Giordano ha evidenziato le sue difficoltà nel comprendere come sia possibile mantenere le stesse erogazioni con riduzioni delle spese per il personale e, nel rimarcare l’importanza delle attività di didattica e ricerca sui servizi erogati, ha manifestato la sua preoccupazione sull’abuso dei concetti di efficientamento e appropriatezza che non vengono mai declinati nel dettaglio, con il rischio conseguente che tutte le buone intenzioni espresse per mantenere e potenziare le cure e l’assistenza sanitaria non trovino concrete applicazioni.
Non soddisfatto il consigliere Enzo De Risi che ha fatto presente l’incongruenza tra i tagli annunciati e le rassicurazioni sul personale precario e infermieristico. Così come non si può comprendere, ha specificato, la reale capacità di copertura economica, nel caso ad esempio di rinnovo del contratto del comparto medico. Il consigliere ha concluso la sua replica ipotizzando che i tagli alla sanità della Toscana si siano resi necessari per ripianare i buchi di bilancio verificatisi nelle Aziende di Carrara e nel senese.
Ivano Da Frassini, nel ringraziare per la serie di dati e prospettive illustrate dall’assessora, misure, come ha sostenuto, che derivano da Governi precedenti e non dall’attuale che invece ha incrementato le risorse. Le stabilizzazioni dei precari e lo sblocco del turn over indicano, ha proseguito, che al centro dell’attenzione c’è il cittadino visto anche che le razionalizzazioni potrebbero interessare le attività amministrative. Da Frassini, nel ricordare che la gestione della sanità da parte della Regione Toscana, che viene confermata come ‘buona sanità’, deleghi ben poco al settore privato, ha invitato l’amministrazione a monitorare costantemente la nostra realtà a salvaguardia della salute del cittadino.
Per Laura Sabatini le rassicurazioni dell’assessora alla Sanità arrivano solo dopo l’allarme lanciato dal Governatore della Regione Toscana. La domanda posta dal suo gruppo era di natura politica per conoscere gli intenti politici del primo cittadino e non soli i numeri.
La consigliera ha chiesto al Sindaco la sua prospettiva politica sulla sanità cittadina, perché risulta difficile comprendere il mantenimento dei servizi erogabili, come le stesse prestazioni, in presenza di tagli così consistenti. Già attualmente, ha detto, si registra la mancanza di personale medico e sanitario nei reparti, pertanto è impensabile che potenziando le attività ambulatoriali non venga tolto ulteriore personale all’assistenza diretta alla degenza. Pertanto, non basta il monitoraggio annunciato dall’assessora occorre intervenire con forza.