Si completa un lungo processo di studi e di lavori iniziato nel 2008, quando furono acquistati i locali e la corte interna al piano terreno dell’antico edificio in via Camollia
La Contrada Sovrana dell’Istrice inaugura oggi i nuovi spazi museali di Palazzo Pieri Nerli, completando così un lungo processo di studi e di lavori iniziato nel 2008, quando furono acquistati i locali e la corte interna al piano terreno dell’antico edificio in via Camollia. I nuovi ambienti espositivi affiancano quelli già esistenti nella Sede storica di Palazzo Chigi, consentendo così di ovviare al problema della mancanza di idonei spazi espositivi per drappelloni, monture, opere d’arte, oggetti di varia natura dal grande valore storico e testimoniale.
Il recupero, realizzato secondo i più moderni criteri di conservazione e di allestimento museale, ha interessato per stralci funzionali quasi 300 mq di superficie interna oltre agli spazi della corte esterna, suddividendo i lavori in fasi indipendenti all’interno della medesima coerenza progettuale. Un intervento corale, attuato e portato avanti da una moltitudine di contradaioli che, in forma sinergica e a vario titolo, hanno contribuito alla buona riuscita dell’intera operazione.
È stata rispettata al massimo la conformazione storica del vecchio contenitore, puntando al mantenimento e alla tutela conservativa delle antiche preesistenze, nel totale rispetto delle tracce e testimonianze antiche. L’ampio salone di ingresso ospita le teche espositive dedicate alle monture storiche, sovrastate dall’antica volta in laterizio interamente recuperata; da qui si accede direttamente alla sala dei drappelloni, un imponente spazio intervallato dalla sequenza di archi in muratura, opportunamente restaurati nella loro integrale bellezza. Si accede poi alla sala degli arredi sacri e alla quadreria, attraverso un percorso semplice e lineare che ha ridato vitalità agli antichi ambienti. Gli spazi interni ospitano la Biblioteca di Contrada, ricca di libri antichi e di volumi di grande valore storico e affettivo. Al piano interrato sono state ritrovate tre antiche grotte in tufo, interamente recuperate nella loro essenziale conformazione.
L’inserimento dei nuovi elementi strutturali e tecnologici ha perseguito la stessa filosofia progettuale proponendo soluzioni rigorose ed essenziali. Le scelte architettoniche sono state confermate anche nel progetto di allestimento e di illuminazione, finalizzate al totale rispetto degli spazi originari, grazie all’utilizzo di materiali naturali, quali il legno, il cristallo e l’acciaio.