Si è costituito a Siena il “Comitato per la difesa del Monte dei Paschi”. Ecco il manifesto dei fondatori: “Nasce con l’obiettivo del recupero della Banca al suo territorio al quale esclusivamente deve il suo innegabile successo durato ben mezzo millennio, mentre tutto intorno a lui a centinaia sparivano e risorgevano regimi, governi, regni, imperi e repubbliche”.
“Poiché quel successo si è trasformato in rovina non appena tagliato, con la privatizzazione, il cordone ombelicale che lo univa al suo territorio, la banca deve anche recuperare la sua caratteristica di banca pubblica – continuano dal comitato – Ci sembra opportuno, a questo proposito, ricordare che l’art.1 dello statuto della Banca, approvato con regio decreto del 1872, così recitava: “Il Monte dei Paschi è una istituzione della città di Siena a cui deve la sua origine e perciò il Comune ne ha la sovrintendenza, direzione, tutela e l’amministra per mezzo di un consiglio elettivo”. Affinché di questo articolo fosse fatto strame, ci vollero prima i fascisti (nel 1936) e poi, peggio di loro (nel 1993) i “compagnucci” D’Alema, Amato, Piccini ecc., per tacere di Berlusconi e Bossi che la privatizzazione, perinde ac cadaver, ce l’avevano e ce l’hanno nel DNA)”.
“Chiediamo alla Cittadinanza di mobilitarsi perché è in forse la stessa sopravvivenza morale e culturale della nostra identità come da secoli la conosciamo. Si pensi a quanta parte della realtà civile senese è già stata lentamente soffocata e assorbita da interessi estranei e non sempre limpidissimi, o dall’emigrazione. E questo vale e varrà sempre di più a scapito di realizzazioni tipicamente senesi come per esempio, oltre al Monte, il millenario Ospedale e la quasi millenaria Università. Quello che resterà sarà un paesone sperduto nel sud della Regione, senza anima e senza cuore: un baraccone turistico alla Disney. Una ben miserabile fine per una Città che per mille anni è sempre stata una piccola, orgogliosa grande Capitale” conclude il comitato.