“Una totale incapacitá di gestire il territorio e la collettivitá. Questo è il motivo per il quale la Toscana torna in zona rossa e, nemmeno a farlo apposta, nella settimana che precede la Pasqua. Ancora una volta le nostre città torneranno ad essere un simulacro con negozi chiusi, vetrine spente e rari passanti che vagano per strade deserte”.
Sono lapidarie Confcommercio e Confesercenti Siena sui nuovi provvedimenti in vigore da lunedì prossimo 29 marzo per contrastare i contagi Covid.
“A cosa è servita la zona arancione (e la precedente zona rossa) – si chiedono le due associazioni – Solo a dimostrare, se mai ve ne fosse stato bisogno, che il contagio si propaga non per colpa dei ristoranti, chiusi ormai da due mesi, non per colpa dei bar, dove si entra e si esce giusto per il tempo di ritirare la consumazione, non per colpa dei negozi che fra gel, mascherine, divisori in plexiglass e accessori vari, a cui si aggiunge l’accesso limitato, hanno speso in questo anno migliaia di euro”.
“Il Ministro Speranza ed i suoi “esperti” continuano a predicare la chiusura totale delle attività commerciali, con l’unica eccezione del settore alimentare. Ma i contagi in Toscana hanno continuato a salire, regalandoci la sorpresa nell’uovo di Pasqua con una settimana di anticipo”.
“In aggiunta c’è la patetica politica regionale – fanno notare Confcommercio e Confesercenti – che sta mostrando i suoi limiti e le sue manchevolezze. Da due settimane fa i contagi erano in aumento. Cosa è stato fatto per contenerli? Cosa hanno fatto Governo, Regione, Comuni per ridurre la diffusione dei contagi?”.
“La Toscana si distingue per essere la Regione che ha compiuto le scelte più astruse – è la valutazione di Confcommercio e Confesercenti Siena – Caro Presidente Giani, quando inizierà ad esercitare il ruolo per cui è stato eletto? O dobbiamo pensare che il Presidente della Regione ha come compiti esclusivi l’inaugurazione di rotatorie, pozzi e tombini, oppure farsi fotografare mentre scarica scatoloni di vaccini? Scatoloni evidentemente vuoti, visto che siamo la peggiore Regione sulla somministrazione di vaccini”.
“No, Presidente Giani, non è per questo che è stato eletto – chiariscono le associazioni – Lei non può continuare a prendere in giro i cittadini toscani, non può continuare con le sue uscite sui media annunciando, come oggi, “la Toscana rimane arancione” e dopo un’ora (un’ora, non un mese) annunciare che da lunedì si torna al rosso. Viaggi di meno e si concentri di più sui suoi doveri nei confronti dei suoi correligionari, che stanno vivendo un dramma sociale ed economico senza precedenti”.
“Basta con le parole al vento – avvertono le associazioni – il livello di guardia è superato. Vogliamo essere trattati come gli altri, per i vaccini in primo luogo, perché le aziende devono essere messe in condizioni di lavorare. Smettete, tra Governo e Regione, di chiedere sacrifici a chi non ha più nulla e continua ad indebitarsi per mantenere accesa una fiammella di speranza e non gettare a mare quello che ha creato in anni con le proprie mani. Ci sia il coraggio di agire con fatti concreti, altrimenti si abbia almeno la dignità morale di farsi da parte”.
“Sui vaccini poi siamo all’assurdo – affermano le associazioni – Migliaia di over 80 sono ancora in attesa di sapere se e quando saranno vaccinati. In compenso sono state vaccinate categorie di persone che o sono in smart working o che stanno in uffici non aperti al pubblico, o addirittura dove da un anno è inibito qualsiasi contatto con il pubblico. Inutile poi tornare sulla polemica degli avvocati, la colpa non è loro, è di chi li considera categoria a rischio. Un avvocato in un mese vede meno persone di quante ne vedono in un giorno chi sta alla cassa di un supermercato o di chi sta una settimana in un qualsiasi negozio. Eppure questi ultimi non sono meritevoli, evidentemente, di essere considerati a rischio rispetto a qualche impiegato amministrativo di un qualche ente pubblico”.
“Gli operatori economici, quelli veri, quelli sani si sono sempre sobbarcati gli oneri e gli impegni per tirare avanti le loro aziende con sacrificio, con tenacia, con inventiva. Ora tutto questo non serve perché viene loro impedito senza che niente venga riconosciuto. E’ ora di cambiare strada, non c’è più tempo”.