Sono i prigionieri di Omicron, sono negativi ma non hanno ancora il Green Pass. A lasciare la testimonianza ai nostri microfoni è stata una senese di trent’anni, in isolamento dal 23 dicembre . Lei come tanti altri è in balia dei tracciamenti Asl andati in tilt. “Ho deciso di farmi un tampone per scrupolo dopo essere stata un contatto diretto con un positivo -racconta – sono risultata positiva e da quel momento non ho mai ricevuto nessuna chiamata da parte dell’Asl. Dopo che anche i miei genitori e buona parte dei miei conoscenti sono finiti in quarantena, ho avuto problemi per la raccolta dei rifiuti, ma quello è la meno rispetto al completo abbandono e stato di frustrazione in attesa di una chiamata”. Frustrazione, perché anche gli eventuali servizi di appoggio non possono partire senza che la pratica sanitaria sia stata registrata, dalla raccolta dei rifiuti a domicilio agli aiuti per chi fosse solo.
“Il mio medico di famiglia mi ha comunicato che il tracciamento stava riscontrando problemi -racconta- si sarebbe trattato solo di aspettare”. Ma che il sistema stava andando in panne si notava dalle code al drive trhough. Per non parlare del green pass. C’è chi lo riceve prima ancora di uscire di casa, anzi prima ancora di riscoprirsi negativo. E c’è chi da giorni sarebbe libero ma è costretto agli spostamenti contingentati di chi non ha la carta verde. Come il caso della nostra telespettatrice tuttora prigioniera (ma di storie così ce ne sono a decine). “Il mio contatto diretto, risultato positivo il giorno prima, è stato chiamato dal’Asl, poi l’Usca e gli hanno detto come procedere, come da protocollo. A me non è successo, e intanto siamo stati sopraffatti da notizie che mutavano continuamente sulla durata effettiva della quarantena, e non siamo più riusciti a capire nulla. Alla fine passati dieci giorni ho fatto il tampone, ho mandato il risultato al mio medico di famiglia, che in una mail mi ha risposto che le pratiche avviate prima del 29/12 sono di competenza dell’ufficio di igiene. Quindi anche se ho l’esito di un tampone negativo non posso uscire fino a quando la Asl non mi comunica la “liberatoria”, o fino a quando non mi arriva il messaggio annunciato ieri dal presidente della Regione Eugenio Giani”. Uno stallo dunque che coinvolge anche il mondo del lavoro, perché molti da negativi devono comunque stare in casa non avendo il certificato di guarigione e neanche il green pass. In attesa di una chiamata o di un messaggio.