La foto di una mano martoriata dai segni dei guanti e consumata da turni estenuanti di lavoro: l’ha inviata alla redazione de la Repubblica, insieme ad una lettera, Salvatore Quarta, anestesista rianimatore dell’ospedale le Scotte, in servizio presso il reparto Covid del policlinico senese, che da giorni è sottoposto ad una pressione asfissiante, tra un numero sempre più alto di pazienti e orari lavorativi degli operatori massacranti. Da qui l’appello a cittadini e lettori, affinchè si capisca quali sono le ferite fisiche e morali di chi lavora in prima linea contro la feroce malattia: “Dateci una mano”.
“Lavoro in area Covid con pause di un mese, due dall’inizio della pandemia – scrive Salvatore nella lettera – dopo l’ennesimo turno estenuante nel togliermi i guanti, tre strati di guanti uno sopra l’altro, con percezione di bruciore intenso durante il turno (sudore, gel sanificante, talco), questa è stata la desolante visione delle mani improvvisamente invecchiate di 30-40 anni, con annessa perdita di sensibilità legata probabilmente ad una sorta di lessatura dello strato superficiale della cute”. “La terza ondata – aggiunge nell’intervista curata dal quotidiano romano – si poteva evitare con più attenzione da parte di tutti”.