Ogni stagione ha la sua crisi e anche l’agricoltura in Toscana subisce e soffre le conseguenze del cambiamento climatico. Allarme sulla raccolta di castagne e di olive dopo quella dell’uva che ha segnato dal 20 al 40% in meno di quantità. Tra le cause più determinanti di questo crollo di raccolto di alcuni frutti più tipici della toscana ci sono i cambiamenti climatici, che stanno lasciando un’impronta profonda sul ciclo di tutta la filiera agricola e agroalimentare.
“Il cambiamento non è qualcosa da infamare, o di cui fare finta che non esista, è una realtà che colpisce la nostra agricoltura, un anno per eccessiva siccità o per eccesso di piogge, oppure piove nel moment sbagliato, e ciò incide ad esempio nell’olivicoltura” spiega l’assessore regionale all’agricoltura Stefania Saccardi. Soluzioni che non possono che fare i conti con l’emergenza idrica e la gestione degli invasi di acqua su cui la Regione Toscana sta lavorando per dare risposte mirate e efficaci per fare fronte alla crisi climatica che in questo 2023 ha segnato uno degli anni più neri della storia, con danni economici che superano quelli dell’anno passato, in cui si registrò uno dei periodi più lunghi di siccità.
“Bisogna lavorare su un piano invasi nuovo – aggiunge la Saccardi – noi mettiamo risorse sull’idrico aziendale , aiutando le aziende agricole a realizzare piccoli invasi, e sull’idrico consortile, supportando i consorzi di bonfica a realizzare opere che incidono su quest’aspetto. Bisogna – continua l’assessore – avere una maggiore attenzione alla risorsa acqua, e serve una agricoltura che sappia usare sempre meglio l’acqua, che metta in atto sistemi per decidere cosa piantare in una determinata zona alla luce dei cambiamenti climatici e scelga corrette modalità di uso dell’acqua, oltre ad accorgimenti per difendersi dagli agenti atmosferici”.
