Il Movimento 5 Stelle interviene con fermezza sulla chiusura annunciata dello stabilimento Beko di Siena, che comporterebbe il licenziamento di 300 lavoratori. Una crisi industriale definita “una ferita inaccettabile per il tessuto economico e sociale della Toscana e dell’Italia intera”, come sottolineato dalla Presidente del Gruppo Movimento 5 Stelle Toscana, Irene Galletti.
Secondo la Presidente M5S “La chiusura dello stabilimento Beko di Siena, con la prospettiva di 300 licenziamenti, rappresenta una ferita inaccettabile per il nostro tessuto economico e sociale. Questa vertenza non riguarda solo Siena o la Toscana, ma l’intero Paese, poiché tocca temi centrali come la tutela dell’occupazione, la responsabilità sociale delle delocalizzazioni delle imprese e il futuro dell’industria in Italia.”
“Come prima misura, chiediamo al governo di esercitare tutti gli strumenti a disposizione, inclusi ammortizzatori sociali adeguati e tutti i dispositivi giuridici e normativi del Golden Power, per obbligare la proprietà a rivedere un piano industriale che al momento appare insostenibile e privo di alternative credibili per i lavoratori. Parallelamente, sollecitiamo un maggiore coinvolgimento dell’Unione Europea per monitorare e intervenire sulle strategie di delocalizzazione che penalizzano il nostro territorio a favore di altre realtà produttive.”
“La nostra priorità resta chiara: difendere i posti di lavoro, valorizzare le competenze locali e tutelare il futuro produttivo della Toscana. Mentre al governo chiediamo un intervento più incisivo poiché nella gestione delle crisi industriali toscane, per usare un eufemismo, ha brillato più per assenza che per concretezza” ha concluso Galletti.
Alla dichiarazione di Irene Galletti si aggiunge l’intervento di Bonella Martinozzi, Coordinatrice M5S della provincia di Siena:
“Saremo al fianco dei lavoratori e combatteremo con loro questa battaglia. Il nostro territorio non può permettersi di perdere un sito produttivo così rilevante, che rappresenta non solo un pilastro economico, ma anche un simbolo della competenza e della professionalità della nostra forza lavoro. La chiusura della Beko non è solo una questione locale, ma un campanello d’allarme per l’intero sistema produttivo nazionale. Ci batteremo su ogni fronte, insieme ai lavoratori e per i lavoratori, per scongiurare un disastro sociale e industriale che avrebbe ripercussioni gravissime,” ha concluso Martinozzi.