Crisi Brico&Garden, il racconto di un dipendente: "Stipendi non pagati, ferie forzate e futuro incerto"

La proprietà da mesi si sta negando al confronto con i lavoratori, che hanno anche scoperto alcuni furgoni svuotare i magazzini.

Di Cristian Lamorte | 1 Febbraio 2024 alle 19:40

Un presente e un futuro senza certezze e senza risposte. Mesi senza stipendio che hanno portato prima allo sciopero e poi alle ferie forzate da parte del datore di lavoro. Intanto il negozio è chiuso con lo stupore anche dei tanti acquirenti. Un limbo in cui vivono gli 11 dipendenti di Brico and garden e le loro famiglie che adesso si appellano anche alle istituzioni per cercare di risolvere una situazione paradossale. Un grido di allarme che rischia di sbattere su un foglio bianco con su scritto che fino al 2 febbraio il negozio resterà chiuso per esigenze aziendali. Scusandosi poi per il disagio, quello recato evidentemente agli acquirenti e non ai dipendenti

“Una situazione paradossale – conferma Giacomo Francini un dipendente di Brico&Garden – iniziata lo scorso anno ad aprile-maggio con ritardi sugli stipendi (che poi sono stati saldati), fino ad arrivare a novembre da quando invece non sono più arrivati. Adesso ci ritroviamo con tre mensilità, compresa la tredicesima, di ritardo, in procinto di perdere anche la quarta di gennaio e con un presente e un futuro incerti perchè siamo stati messi in ferie forzate dieci giorni fa. Domani è l’ultimo giorno e da sabato non sappiamo cosa succederà, se il negozio sarà aperto o se saremo senza lavoro, perchè non riceviamo risposte dalla proprietà”.

Una proprietà che da mesi si sta negando al confronto con i dipendenti, che hanno anche scoperto alcuni furgoni svuotare i magazzini.

“L’impressione è che i negozi di Siena e Colle Val d’Elsa vengano lentamente svuotati – aggiunge Francini -. Purtroppo parliamo di impressione perchè anche su questo non riceviamo risposte”.

Qual’è l’appello che rivolgete alle istituzioni?

“Questa situazione che ora riguarda noi – dice ancora il dipendente – potrà riguardare anche altre aziende in futuro. Per cui chiediamo un po’ di sensibilità e di sensibilizzazione verso la proprietà che non risponde nè a noi, nè ai sindacati e nemmeno agli avvocati delle singole persone”.

Cristian Lamorte

Giornalista dal 2006 ama il suo mestiere perché gli consente di alzarsi ogni mattina senza sapere cosa farà del resto del giorno. Ama le storie, quelle da leggere e quelle da raccontare. Detesta chi guarda invece che osservare, predilige un ricco silenzio ad un povero sproloquio. Nel tempo libero si dedica ai libri e al cammino, in un costante passo dopo passo lungo la linea sottile tra ragione e follia. La stessa linea che lo spinge a ricercare ogni giorno, dopo essersi svegliato, una nuova pagina da scrivere.



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