“Se permane questa situazione, dopo la pandemia e ora con la guerra in Ucraina, prevediamo che un’azienda italiana su due nei settori di servizi, commercio e turismo sia destinata a soccombere entro il 31 dicembre 2022”.
Lo ha detto Aldo Cursano, vicepresidente Fipe Nazionale, a margine della conferenza stampa a Siena per la presentazione della Carta dei Valori Fipe, rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano quali potessero essere le conseguenze della pandemia e della guerra in Ucraina per i pubblici esercizi.
La conferenza si è tenuta nella Sala Ansano, al Santa Maria della Scala, all’interno della settima edizione di Wine&Siena, ed hanno partecipato anche Stefano Bernardini, presidente Confcommercio, Silvio Franceschelli, presidente della provincia di Siena, Massimo Guasconi, presidente Camera di Commercio Arezzo – Siena – sede di Siena.
“Le piccole imprese delle città d’arte, quelle che vivono di economia turistica, pagheranno il prezzo più alto” ha aggiunto Cursano sottolineando: “non è solo il tema della dipendenza energetica, ma anche quelli delle dipendenze alimentare, tecnologica ed economica”. “Tutto ciò che abbiamo vissuto negli ultimi anni ha modificato gli stili di vita e dei consumi e quindi la rete delle nostre imprese sta cadendo come birilli” ha detto il vicepresidente Fipe che ha poi concluso: “Con questa carta dei valori rimettiamo al centro la nostra storia, la nostra cultura, il cibo e il prodotto diventano gli elementi di identificazione da cui dobbiamo ripartire”.
“Ringrazio tutti per la presenza qui. Usciamo da due anni drammatici, la ristorazione è la categoria che più ha sofferto, abbiamo perso 56miliardi di euro di fatturato, hanno chiuso 40mila imprese, 250mila lavoratori sono usciti da questo comparto – ha osservato Roberto Calugi, direttore Fipe nazionale – Se il Covid ha avuto almeno un merito è quello di averci fatto capire il valore economico, sociale, culturale di questo settore che è dato spesso per scontato, ma non è così, il nostro gas e petrolio sono la rete dei pubblici esercizi. Allora la Carta dei Valori della ristorazione vuole declinare la ristorazione in una serie di variabili. Sono rimasto estasiato dal vedere il Santa Maria Scala. Il ristorante dà ristoro, dà cura. Noi vogliamo dare evidenza e dignità a questo settore”.
“O perdiamo tutti o ci salviamo insieme. Questo è il significato di questa Carta – ha fatto notare Luigi De Mossi, sindaco di Siena – Ristorazione e commercio per noi sono fondamentali come lo sono le tante altre attività di questo territorio, noi crediamo che non possiamo fare a meno di commercio e ristorazione che si sposano pure con un’altra parola che è turismo. Quindi noi dobbiamo sfruttare le eccellenze che fortunatamente sono tante. Una di queste è il settore vitivinicolo e l’agroalimentare che trovano in Wine&Siena un momento che arricchisce la città ad inizio stagione turistica e che rende possibile esprimere la cultura di cui noi siamo messaggeri in ogni campo.
“Applaudo a Wine&Siena, vetrina importante per noi, e a questa iniziativa in tutti i suoi asset che attribuisce un plusvalore alla nostra realtà – ha detto Silvio Franceschelli, presidente della provincia di Siena – Siamo contenti di vedere un inizio di normalità con l’auspicio che si possa tornare alla consuetudine e proseguire su una strada di qualificazione del nostro territorio”.
“Grazie alle istituzioni e al sindacato del settore ristorazione di Confcommercio, ovvero Fipe, e quindi ad Aldo Cursano e Roberto Calugi che per noi sono ospiti d’onore – ha commentato Stefano Bernardini, presidente Confcommercio Siena – La Carta dei Valori è una risposta individuata da Fipe dopo quanto è successo, soprattutto nei centri storici. Ed è importante che la firmiamo nella cornice di Wine&Siena con il nostro sindaco che ha accettato in modo entusiastico la proposta. La Carta traccia un percorso che i nostri operatori, le nostre partite iva, vogliono seguire nei prossimi anni e che noi vogliamo portare avanti pure a Siena”.
“Questa carta fissa i valori che i nostri ristoratori e imprenditori legati all’accoglienza hanno già sperimentato, il merito della carta è quello di vederli fissati quei valori in modo che ci facciano riflettere anche sulla situazione attuale, che ci rende deboli, e da spingerci ad andare avanti – ha sottolineato Massimo Guasconi, presidente Camera Commercio Arezzo Siena – Viste le difficoltà sui costi, l’energia, oppure le complessità a reperire materie prime, non passiamo rischiare di vedere diminuita la qualità. Quindi ben venga la Carta dei Valori che ci conforta su quanto fatto e quanto faremo. Questa è la strada unica per essere competitivi. Ringraziando tutti, dico che dobbiamo pensare anche forme di promozioni strutturata come Wine&Siena”.
Le parole chiave attorno a cui si costruisce la Carta dei Valori sono Economia. È evidenza comune l’importanza economica che le imprese della ristorazione hanno nella vita del paese. Ma sta nella consapevolezza di ogni imprenditore la volontà, la cultura, la cura di essere con la propria impresa qualcosa di più, una vera e propria “agenzia” che sostiene l’economia del territorio e ne promuove i saperi. Comunità è l’altra parola e vuol dire sempre maggiore consapevolezza che i luoghi del ristoro, dell’ospitalità, hanno nella funzione sociale, contribuendo alla vigilanza e al rammendo del tessuto collettivo. Cura è la terza parola per una comunità che perfezioni ed esalti la civiltà dell’Ospitalità e della Ristorazione Italiana. Ed arriviamo a Cultura, fondamento dei talenti dell’operosità, del senso profondo del bello, del vero, del buono, del giusto. Memoria è la quinta parola e vuole dire recupero valorizzazione delle culture agrarie, degli usi e costumi, delle feste, dei riti, delle fiere, delle comunità, delle scienze gastronomiche. La contemporaneità si vive e crea nella consapevolezza della memoria. Ambiente è la sesta parola. L’ ambiente si difende anche a tavola, con la qualità del cibo prodotto nel rispetto e cura della terra. E poi, Festa perché in collaborazione con il Ministero delle Politiche Agricole e il Ministero del Turismo sarà realizzata una Festa popolare, e profondamente etica: la Festa dell’Ospitalità per la Cultura della Ristorazione Italiana, un evento nazionale coordinato in tutto il paese, che celebra e valorizza l’ospitalità. Non poteva mancare Formazione perché è necessario e urgente creare un’accademia per la Cultura e l’Impresa della Ristorazione Italiana per garantire la più elevata formazione alle nuove generazioni di imprenditori, preparandoli alla cultura di impresa, del fare rete, alla consapevolezza di esser parte di un sistema complesso e prezioso che deve esprimere e assicurare una sempre maggior qualità, efficienza.