Dario Neri (1895-1958), senese, figura poliedrica, manager industriale e editore di successo, incaricato di responsabilità istituzionali di rilievo, impegnato nella vita cittadina, ma soprattutto pittore.
Mario Luzi (1914-2005), letterato, poeta, docente, accademico, ripetutamente candidato al Premio Nobel, insignito della Legion d’Onore della Repubblica francese, Senatore a vita (2004).
I loro nomi, insieme all’espressione “Il paesaggio stato d’animo”, sono abbinati nel titolo di una mostra, a cura di Leonardo Scelfo, che si aprirà sabato 6 maggio, a Pienza, nei locali del Conservatorio San Carlo Borromeo.
Ad unirli è la passione nutrita per la Val d’Orcia che non è stata solo fonte di ispirazione delle proprie opere ma strumento di interpretazione e proiezione del proprio mondo interiore, un territorio che qui, più che altrove, rappresenta appieno la memoria, l’identità, le emozioni.
Lo stesso soggetto, il paesaggio, è interpretato con due strumenti diversi, la pittura e la poesia, che concorrono a formare il “paesaggio stato d’animo”.
Il percorso espositivo segue la carriera figurativa di Dario Neri (1895 – 1958), affiancato dalla poesia di Mario Luzi che ha descritto a parole molti dei paesaggi che Neri ha indagato col pennello e che trova a Pienza un Centro studi d’eccellenza.
La rassegna, realizzata dal Comune di Pienza in collaborazione con Fondazione Musei Senesi, vede esposti, nella prima sezione, circa 25 dipinti ad olio di Neri, realizzati tra il 1920 ed il 1956.
L’elemento di forte originalità è rappresentato dall’abbinamento con i versi del poeta Mario Luzi, di cui è ben nota l’intensa frequentazione di Pienza.
Nelle sale in cui sono esposti i quadri di Neri saranno infatti diffusi alcuni componimenti di Luzi che, come una colonna sonora, accompagneranno il pubblico nella visita, consentendo un confronto diretto tra immagini e parole, non didascalico ma basato sulle suggestioni personali.
Una seconda sezione è dedicata alla riscoperta dei “primitivi”, attraverso un linguaggio novecentesco di matrice espressionista e l’utilizzo della xilografia che lega Neri al mondo agricolo e alla mezzadria. In quest’area saranno proposti anche documenti ed immagini che hanno come protagonisti i due autori.
Ad accomunare Neri e Luzi è il paesaggio, che acquista nelle loro opere una dimensione psicologica. Come scrive il curatore, Leonardo Scelfo, “Dario Neri e Mario Luzi non si conoscono, almeno direttamente, non si sono mai confrontati artisticamente, entrambi hanno frequentato Pienza (…) e, a distanza di anni, hanno fornito della città e del suo territorio una propria visione emotivamente partecipata”.
“Nei dipinti di Dario Neri e nei versi di Mario Luzi – è ancora Scelfo a scrivere – le valli dell’Orcia sono luoghi di una memoria ancestrale”. In molti dei quadri “si possono ritrovare i temi cari a Mario Luzi, per esempio il vuoto, il silenzio, l’assenza, il valore metaforico della luce, l’associazione delle colline ondulate al mare mosso”.
“Con questa mostra – afferma il Sindaco Manolo Garosi –, Pienza conferma da una parte il proprio impegno nell’arte, da un’altra la fedeltà ad una linea culturale che vuole tutte le nostre rassegne legate al territorio. È un approccio che richiede maggior impegno nell’esame e nella selezione delle proposte, che rifugge da nomi altisonanti e magari di maggior richiamo, ma che ci ripaga ampiamente, fornendo ai visitatori spunti, suggestioni, proposte, perfettamente coerenti con quanto offre la visita del nostro territorio”.
La mostra è inserita nel calendario delle celebrazioni dei venti anni di Fondazione Musei Senesi.