Dalla guerra a Siena salvate dalla danza: la città del Palio abbraccia una famiglia ucraina

Il grande cuore di Siena: accolta oggi a Palazzo Pubblico insieme all’Ateneo della Danza. Si tratta di Nataliia Dolyk, e le sue due figlie, Anastasiia Dolyk e Mariia Dolyk, rispettivamente 22 e 13 anni

Di Redazione | 31 Marzo 2022 alle 18:00

Dall’Ucraina a Siena salvate dalla danza. La città apre ancora una volta il suo cuore: oggi, giovedì 31 marzo, a Palazzo Pubblico il sindaco di Siena Luigi De Mossi ha accolto una famiglia ucraina, fuggita dalla zona di guerra. Si tratta di Nataliia Dolyk, e le sue due figlie, Anastasiia Dolyk e Mariia Dolyk, rispettivamente 22 e 13 anni.

Grazie alla collaborazione con l’Ateneo della Danza e con il suo direttore artistico Marco Batti la famiglia troverà accoglienza nell’ostello “Casa delle Balie” del Comune di Siena, gestita da Sigerico. I pasti saranno invece forniti da ASP Città di Siena.

La figlia più piccola, motivo del contatto con il maestro Batti, sarà inserita all’interno dei corsi dell’Ateneo della danza e potrà proseguire a studiare frequentando la scuola senese. Sarà inoltre iscritta ed inserita all’interno della scuola statale Jacopo della Quercia.

L’Ateneo si occuperà inoltre dell’alloggio della bambina all’interno della foresteria della scuola, del pranzo dal lunedì al venerdì nella mensa dell’Ateneo e dell’abbigliamento e materiale didattico specifico per la danza. Il Comune di Siena grazie alla collaborazione con la Questura di Siena si è occupato del viaggio Roma-Siena per mamma e figlie, con l’affiancamento di una traduttrice.

“Vorrei subito ringraziare Marco Batti, direttore artistico dell’Ateneo della Danza e del Balletto di Siena, che ci ha coinvolti come Comune in questa bella iniziativa di solidarietà – ha spiegato il sindaco di Siena Luigi De Mossi – questa è l’ennesima rappresentazione del fatto che lavorare tutti insieme, come squadra, enti ed istituzioni, porta sempre grandi risultati. Siena apre le sue porte a questa famiglia con la speranza che finisca presto questo incubo che sono costrette a vivere”.

“Ho dei contatti con San Pietroburgo dal momento che mi sono diplomato là – ha spiegato Batti – appena scoppiata la guerra ho mandato un messaggio sui social rivolgendomi ad amiche e insegnanti, per dare la disponibilità ad ospitare chi aveva bisogno. Mi ha risposto un amico di amici ucraino e siamo entrati in contatto, dopo varie discussioni sulle burocrazie, siamo riusciti a farli venire. Ho parlato col sindaco che si è esposto in prima persona, la finalizzazione delle pratiche l’ha seguita lui”.



Articoli correlati