Straordinaria scoperta archeologica nello scavo di San Casciano dei Bagni: rinvenute 24 statue in bronzo di età romana ed etrusca, cinque delle quali alte quasi un metro, tutte integre e in perfetto stato di conservazione, facenti parti di un deposito votivo mai visto prima di eccezionale valore. A raccontarci l’impresa da veri Indiana Jones è il direttore degli scavi, il senese Emanuele Mariotti.
“Si tratta di una scoperta straordinaria – racconta a Siena Tv Mariotti – gli ultimi due anni il bagno grande era già salito agli onori della cronaca, ma quest’anno abbiamo intercettato il grande deposito votivo di epoca romana ed etrusca, recuperando 24 bronzi, in condizioni difficili, fra cui 5 statue alte poco meno un metro, raffiguranti vari personaggi e figure femminili, la dea Igea, Apollo che scocca una freccia, e parti anatomiche riportanti iscrizioni, tutti doni che rappresentavano il valore votivo della grande vasca sacra. Oltre a ciò, un deposito monetale importante”
L’acqua è il filo conduttore della grande scoperta: “San Casciano – prosegue Mariotti – è il principale sito termale per potenziale geotermico in Italia, e lo era anche in epoca antica: il motivo è l’acqua, con le sue virtù salvifiche e curative, e le sue meravigliose sorgenti. L’indagine sull’acqua ci ha portato alla scoperta archeologica. Il bronzo, di ottima qualità, è stato preservato, le statue sono intatte”.
“Quali emozioni abbiamo provato? Non si possono descrivere – confida – rinvenire questi manufatti nella difficoltà, tra acqua e fango, non è usuale, è unico, la nostra emozione è stata sconfinata ma dovevamo restare lucidi e concentrati nell’usare tutte le tecniche che servono”.
Cosa succede ora? “Le opere resteranno a San Casciano, ora sono in un centro specialistico per la conservazione, e saranno esposte in un museo che nascerà in un palazzo storico in paese” fa sapere.
Gli scavi non si fermano: “Il lavoro sul sito non è finito, siamo solo all’inizio – assicura il direttore – dobbiamo indagare le aree circostanti, nei vasconi moderni, tutto il territorio intorno alla sorgente è ricco di evidenze archeologiche”.
Filippo Meiattini