Il sindaco risponde a Valentini che chiedeva conto delle mosse del Comune in difesa della banca: “Non sono stato né io né questa Amministrazione a ridurla così”
Il futuro di Banca Mps è stato al centro di un’interrogazione presentata dal consigliere PD Bruno Valentini, e discussa lo scorso 28 marzo, in consiglio comunale. “Il Consiglio regionale della Toscana ha approvato all’unanimità una mozione per seguire la trattativa in corso relativa al futuro Consorzio operativo del gruppo Monte dei Paschi, con l’obiettivo di tutelare i posti di lavoro del personale coinvolto, nonché la tutela di quel patrimonio collettivo, economico e professionale, che continua a essere Mps per il territorio toscano”, ha premesso Valentini, aggiungendo che la società in house occupa circa 870 dipendenti di cui 320 a Siena e 180 a Firenze. Il consigliere ha poi ricordato che nella mozione è stato anche chiesto “al governo un impegno diretto affinché si faccia carico dell’esigenza di mantenere l’integrità aziendale di Mps, nonché di difendere la storica collocazione della sede delle direzione della banca a Siena”. Valentini, dopo aver ripercorso le recenti indiscrezioni economiche e le posizioni politiche nazionali su Mps, ha chiesto al sindaco di sapere “se i contatti con esponenti del Governo sono stati proficui per avere garanzie sulla tutela dell’occupazione e del mantenimento della Direzione Generale a Siena”. Non solo, il consigliere ha anche chiesto che “il Comune – così come già fatto dalla Regione Toscana – venga coinvolto nelle trattative per l’eventuale riposizionamento del Consorzio Operativo per le evidenti ricadute occupazionali sul territorio”. Sollecitata, inoltre “una maggiore convergenza con la Regione sulle priorità dello sviluppo territoriale e infrastrutturale, indipendentemente dalle differenze partitiche”, e ha interrogato l’amministrazione “per chiedere al Governo che il Comune di Siena venga coinvolto nella predisposizione di eventuali nuovi assetti societari che riguardino Banca Mps”.
Nella risposta il sindaco Luigi De Mossi ha premesso che “la riduzione del numero del personale degli sportelli è un dato endemico del settore bancario che sta vivendo un momento particolarmente complesso. Vi è, quindi, una crisi congiunturale e strutturale che non deve essere sottovalutata. Questo è l’aspetto principale per cui quest’Amministrazione sta cercando di modificare il proprio indirizzo imprenditoriale ed economico: bisogna trovare altre risorse e altri settori che siano fonte di sviluppo per i nostri giovani e anche per ‘riconvertire’ quelli che giovani non sono”. De Mossi, dopo aver ricordato che “prima il Comune di Siena aveva un ruolo attivo, non diretto, ma indiretto tramite la Fondazione Monte dei Paschi”, ha chiarito che “oggi si chiede un intervento del sindaco, che sto facendo, e che certamente porterò avanti per la tutela occupazionale, ma senza avere quella partecipazione per poter influire sulle scelte della banca. Purtroppo non sono stato né io né questa amministrazione a ridurla così e con i consiglieri a Palazzo Sansendoni, nominati dalla precedente amministrazione, ho difficoltà di dialogo”. Il primo cittadino ha aggiunto che “gli interventi sul governo, attraverso il sottosegretario Giorgetti, ci sono stati per chiedere sia la tutela occupazionale sia il mantenimento della Direzione Generale in città”. Nel ribadire di essere “civico”, e di “non interessarsi ai rapporti interni tra 5 Stelle e Lega”, ha evidenziato come il suo interesse sia rivolto solo al problema dell’occupazione nel suo territorio.