Debito fuori bilancio per l'illuminazione pubblica: De Mossi si rivolgerà alla Corte dei conti

Di Redazione | 29 Novembre 2018 alle 13:01

Debito fuori bilancio per l'illuminazione pubblica: De Mossi si rivolgerà alla Corte dei conti

4 fatture da 1 milione e 300mila euro risalenti al 2015, rateizzate fino al 2020. Bagarre in Consiglio

Nel corso del Consiglio comunale odierno è stata discussa la delibera sul riconoscimento della legittimità di un debito fuori bilancio rilevato con la partecipata Intesa, relativo alla questione pubblica illuminazione (fornitura e manutenzione), debito accumulato dalla precedente Amministrazione nel 2013 che dovrà essere estinto dall’attuale Amministrazione , come proposto, con una rateizzazione accordata con la controparte. Si parla di 4 fatture arrivate nel 2015 per un totale di quasi 1 milione e 300mila euro (diminuito in precedenza di 90mila euro), cifra che dovrà essere saldata entro il 31-12 con 248mila euro, altri 563mila euro entro il 31-3-2019, ed entro il 31-3-2020  i rimanenti 417mila euro.

L’ex sindaco Valentini ha affermato che gli uffici comunali non avevano comunicato la presenza di tali fatture e che quindi non avevano chiesto di metterle in pagamento. Dura la reazione della maggioranza, col sindaco De Mossi che ha annunciato che sarà obbligato a rivolgersi alla Corte dei Conti: “Capisco la situazione umana di Valentini  – ha detto – ma questi debiti vanno riportati quando vengono trovati. Abbiamo dovuto agire con tempestività, non abbiamo trovato traccia di questi fantomatici vizi da nessuna parte, dovevano essere comunicati nel passaggio di consegne e non è stato fatto. La politica si aspetta atteggiamenti migliori, sono obbligato a mandarli alle sedi giurisdizionali, la corte dei conti”. Richiesta avanzata anche da Maurizio Forzoni. Valentini ha chiesto poi l’attivazione della Commissione d’inchiesta, configurandosi un fatto penale.

“Per il Comune – ha introdotto l’assessore al Bilancio Luciano Fazzi – di fronte ad una esposizione debitoria che si trascinava da anni, la delibera costituisce un atto dovuto, portato avanti per senso di responsabilità politica e per correttezza amministrativo-contabile, al fine di arrivare a un accordo che eviti conseguenze più gravi per l’Ente.”.

Fazzi ha ricordato all’aula che “nel 2000 l’Amministrazione aveva approvato il contratto di servizio con il Consorzio intercomunale Energia Servizi Acqua INTESA (oggi Intesa SpA), della durata di 15 anni, per la gestione del servizio di pubblica illuminazione, comprensivo anche della manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti illuminanti e semaforici. Nella fase finale del contratto e dopo una limitata proroga, nel settembre 2016, a seguito di una valutazione delle varie ipotesi di gestione per gli anni successivi, l’Ente ha proceduto ad affidare  il servizio alla società Citelum, individuata con procedura Consip. Alla chiusura del contratto Intesa aveva inviato al Comune di Siena 4 fatture a saldo di prestazioni effettuate tra gli anni 2012 e 2014 e mai fino ad oggi pagate ne formalmente contestate”.

Le dichiarazioni in Consiglio. Tommaso Bartalini: “Dato politico grave, avete agito in continuità con gestione precedente”, Castellani: “Perchè gli uffici sono stati fermi? Problema si trascina da tempo, l’Amministrazione doveva risolverli”. Sabatini: “Regalo da Valentini, io ero in Consiglio e non sapevo che c’era un contenzioso”. Marsiglietti: “Situazione grave che ci piove addosso”. Bianchini: “Un buon amministratore nel cambio di consegne deve mettere a conoscenza. Non ci è mai stato fatto alcun cenno in Consiglio”.



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