“Prenderò lezioni dalla Lega di come si fa il consigliere comunale.. sono sempre pronto ad imparare e se magari Salvini (quello senese ovviamente) avesse un po’ di tempo da dedicarmi per l’insegnamento, gliene sarei grato. Ma al di là delle battute, sarebbe interessante che facesse sapere alla città, il gruppo della Lega, quando sono arrivate le richieste per la struttura dehors al Suap”. Così il consigliere comunale Pierluigi Piccini risponde alla Lega che, parlando della questione dehors in Piazza San Giovanni, lo aveva attaccato sulla sua posizione in merito alla vicenda e sulla qualità del suo operato come consigliere.
“Se l’amministrazione comunale ha affermato che la comunicazione è avvenuta in forma non ufficiale, sarebbe il caso di sapere il giorno, l’ora e se le richieste sono avvenute tramite Pec, quindi ufficialmente – prosegue Piccini – In più quando la documentazione è stata trasferita ai vigili urbani per i pareri di competenza. Questo permetterebbe di chiarire che l’amministrazione comunale ne era a conoscenza da tempo, e si è mossa solo a cosa avvenuta e sulla spinta della pressione dei social”.
“Se poi vogliamo andare oltre, perché il Comune manda la documentazione alla Soprintendenza quando quest’ultima fino al 31 dicembre del 2021 non ne ha competenza, così come prevede la legislazione sull’emergenza sanitaria dello Stato italiano? – continua la nota – Invia la richiesta di piazza San Giovanni alla Soprintendenza per un parere quando con questa non è stato provveduto, a tempo debito, a stilare un protocollo per la gestione degli spazi pubblici nel centro storico così come hanno fatto diversi comuni in Toscana (Firenze). Proprio perché tutta la città è patrimonio Unesco e non esistono nello stesso centro storico aree sensibili di serie “a” e aree sensibili di serie “b”. Allora, uscendo dallo specifico e volendo essere generosi, questa del dehors è l’ulteriore riprova che non si ha un progetto per la città: qual è il modello economico che si intende mettere in essere? L’uso dello spazio pubblico viene lasciato alla “contrattazione” fra le parti senza il coinvolgimento dei cittadini singoli o associati (contrade). E poi ci si sveglia all’improvviso con un po’ di populismo pre elettorale. Ma non poteva che essere così perché tutta la gestione dell’emergenza, compresi gli interventi dello Stato, sono stati fatti a pioggia senza che il Comune, con la crisi rivedesse i suoi modelli di intervento nell’economia e nel sociale. Basterebbe ricordarsi che l’amministrazione pubblica è fatta di programmazione e all’interno di questa di parità di diritti”.