Si avvia a conclusione l’inchiesta sul delitto della signora Annamaria Burrini, l’81enne che lo scorso settembre fu strangolata con un laccio di scarpa e rapinata nella sua abitazione in largo Sassetta. La Procura di Siena ha ricevuto i risultati degli ultimi decisivi riscontri dagli esami irripetibili fatti svolgere in questi mesi, che hanno sciolto i restanti dubbi, confermando la presenza sulla scena del crimine del 39enne ucraino ritenuto l’autore materiale dell’omicidio. L’uomo, al momento in carcere, aveva finora negato la sua presenza in casa, ma alcuni dei test eseguiti su impronte e tracce salivari hanno confortato le tesi degli investigatori.
Ora l’ucraino può rischiare l’ergastolo, se gli verrà riconosciuta la premeditazione del crimine, teso, secondo le ricostruzioni di chi indaga, a mettere fuori gioco l’anziana e depredare l’abitazione dove si pensava fosse nascosto un ingente bottino. A pesare sulla sua posizione anche il recente rinvenimento di una collana ricettata che faceva parte della refurtiva asportata dalla casa della Burrini, avvicinata con l’inganno dal 39enne e dalla nipote di 25 anni, anch’essa ucraina.
L’indagine, che sarà chiusa entro giugno, prima che il pm titolare del fascicolo Sara Faina si trasferisca a Parma, definirà il grado di partecipazione della ragazza, essendoci ancora dei dubbi sulla sua confessione resa agli inquirenti, oltre che il coinvolgimento di alcuni presunti complici che avrebbero fornito delle dritte ai due stranieri per mettere a segno il colpo poi sfociato in tragedia.
C.C