Saranno le indagini a fare chiarezza riguardo all’ennesimo suicidio avvenuto all’interno di un carcere, stavolta più precisamente in quello di Ranza a San Gimignano. Parliamo di un detenuto italiano che è stato trovato impiccato nella sua cella, secondo quanto si apprende dalla nota stampa del sindacato provinciale Fsa-Cnpp (Federazione sindacati autonomi – Coordinamento Nazionale polizia penitenziaria). “Sarà necessario che la rapida indagine dia risultati e risposte” dice Sara Ciuffoletti, garante dei detenuti del carcere di Ranza.
Durante un normale giro di controllo da parte del personale di Polizia Penitenziaria, come si ricostruisce, è stato rinvenuto nel locale palestra della sezione isolamento il corpo inerme, a nulla sono valsi i tentativi di rianimarlo da parte del personale sanitario che non ha potuto far altro che constatarne il decesso.
Un episodio che fa riflettere ad un mese di distanza dal bilancio dei suicidi avvenuti lo scorso anno. 84 morti nel 2022, un dato che non era mai stato raggiunto da quando viene registrato. Nel 2023 la tendenza non sembra voler cambiare come ha evidenziato proprio Ciuffoletti. “Siamo solo al quinto caso da inizio anno in Italia, dobbiamo riflettere sulle condizioni della vita in carcere, ed oggi si parla infatti del caso Cospito – aggiunge – anche a Ranza c’è il problema dei contatti con l’esterno, dei rapporti e delle relazioni, se la pena ha il fine del reinserimento sociale, come è possibile con condizioni disagiate, a partire con l’affollamento, fino al deterioramento dei rapporti affettivi”.