“Su la testa Siena”: è partito oggi dal Santa Maria della Scala il tour politico di Alessandro Di Battista, ex leader del M5s, che attraversa l’Italia affrontando i principali argomenti di dibattito politico e nazionale. Argomento principe ovviamente Mps, e la situazione dell’istituto bancario dopo il fallimento del negoziato con Unicredit, con una forte critica all’azione del premier Mario Draghi.
Trattative Mps: “Forse c’è stato uno stop temporaneo, con un accordo con l’Europa per dare più tempo all’Italia e risolvere la grana dopo l’elezione del presidente della Repubblica – così Di Battista commenta la situazione – Draghi ha forse timore oggi di avvallare un operazione che prevede un taglio di posti di lavoro in Mps, condizione che creerebbe una delusione al Pd, e a Draghi servono i voti del Parlamento per andare al quirinale. Forse vuole prendere tempo, sono manovre di palazzo, il conto lo pagano i cittadini e i risparmiatori”.
“Come può Draghi può parlare di sistema bancario essendo stato artefice del suo fallimento – ancora Di Battista – quando da governatore della banca d’Italia avvallò lo scellerato acquisto di Antonveneta da parte di Mps. I soldi che il governo era disposto nuovamente a mettere in Mps, su richiesta di Orcel e Unicredit, sono di più dei denari investiti nel taglio delle tasse dell’ultima finanziaria: mentre gli italiani sono indotti in una guerra tra poveri, il Governo non aiuta lo stato sociale ma era disposto, senza chiedere proroghe all’Ue, per far sì che un sistema bancario enorme si fondesse con la terza banca italiana, una banca storica”.
“David Rossi? – commenta Di Battista – Sono convinto non si sia suicidato, è lodevole il lavoro di inchiesta giornalistica fatto finora”.