Dialisi e vaccino: una seduta, due prestazioni

Tutti i pazienti in dialisi nelle 13 strutture dialitiche presenti negli ospedali della Asl Toscana sud est potranno vaccinarsi al momento della consueta seduta di dialisi

Di Redazione | 24 Marzo 2021 alle 10:54

Dialisi e vaccino: una seduta, due prestazioni

Tutti i pazienti in dialisi nelle 13 strutture dialitiche presenti negli ospedali della Asl Toscana sud est potranno vaccinarsi al momento della consueta seduta di dialisi. “Questi pazienti, che rientrano nella categoria degli estremamente fragili, eviteranno di recarsi appositamente in una delle nostre sedi vaccinali – annuncia Paolo Conti, direttore dell’area dipartimentale Nefrologia e dialisi dell’Asl Tse –. Se vorranno avere la somministrazione del Pfizer non dovranno fare altro che manifestare questa disponibilità al personale medico che opera nel Centro di emodialisi. Il nefrologo, in accordo con la direzione ospedaliera, gli comunicherà quando potrà fare la sua prima dose di vaccino nel corso di una delle prossime sedute di dialisi”.

Sono circa 600 i pazienti interessati nella Asl Tse: 270 ad Arezzo, 130 a Siena, 200 a Grosseto. Le strutture sono in ognuno dei 13 ospedali dell’azienda distribuiti nelle tre province.

La decisione di abbinare vaccino e dialisi convince l’Associazione nazionale emodialisi dialisi e trapianto (Aned onlus) che ringrazia Paolo Conti, la direzione sanitaria e tutti gli operatori sanitari. “Speriamo che con continuità e omogeneità – commenta il segretario regionale Mauro Ringressi – si diano risposte alla richiesta di urgenti misure di protezione e prevenzione nei confronti dei pazienti in malattia renale cronica, che a causa della loro condizione di immunocompromessi rischiano il 30% in più delle persone in condizioni di salute. Non solo di essere contagiati dal virus Covid, ma anche di incorrere in percorsi di terapia intensiva con esiti infausti. L’Aned è assolutamente favorevole alla campagna di vaccinazione, fermo restando la convergenza sia dell’indicazione medica sia del consenso informato, in quanto le condizioni cliniche e la libera scelta del paziente rappresentano elemento necessario per la somministrazione. Rilanciamo la richiesta di incontrare anche la domanda dei pazienti, non solo in terapia sostitutiva dialisi o in terapia sostitutiva trapianto, ma anche di coloro che, a causa della stessa patologia, si trovano in terapia conservativa almeno quelli che sono al quarto-quinto stadio della progressione della malattia renale. Vorrei infine ringraziare tutti i nostri delegati e volontari che con la propria azione nei confronti delle istituzioni hanno favorito una risposta positiva alla domanda di aiuto dei nostri associati e di tutte quei cittadini che la nostra associazione tutela in ragione della propria missione”.



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