“Una risata può avere lo stesso effetto di un antidolorifico: entrambi agiscono sul sistema nervoso anestetizzandolo e convincendo il paziente che il dolore non ci sia” è questo quello che lo stesso Patch Adams, padre della clownterapia, ha sempre sostenuto. Non a caso la clownterapia o terapia del sorriso è, come dice la parola stessa, una terapia e per somministrarla non serve essere medici, ma basta avere la volontà e le capacità di infondere buonumore nelle persone.
Per questa ragione già da diversi anni Nasienasi VIP Siena collabora attivamente con l’Istituto Caselli di Siena e gli studenti dell’Indirizzo “Servizi per la Salute e l’Assistenza Sociale”. Le classi 5DD e 4DD hanno avuto la possibilità di seguire un corso di formazione sulla clownterapia insieme agli operatori che ciclicamente operano in ospedali, RSA o RA della città.
“È un progetto iniziato lo scorso anno di cui sono molto fiero e perché i ragazzi hanno reagito benissimo – spiega il professor Giacomo Vigni, docente di psicologia e referente del “Progetto Scuole” con Nasienasi VIP Siena -, la mia volontà, insieme a quella del consiglio di classe e della scuola, di trasmettere valori, il volontariato, l’ascolto dell’altro, il mettersi in gioco… per questo anche io e i miei colleghi ci mettiamo in gioco con molta spontaneità, senza forzature, perché vogliamo dare loro l’esempio importante per quando si troveranno di fronte a persone che sono in difficoltà nelle strutture”.
“Cerchiamo di introdurre all’interno delle scuole quello che facciano in associazione e gli strumenti che abbiamo per poter portare un po’ di sollievo nelle case di riposo e negli ospedali qui a Siena e non solo – presenta il progetto l‘operatrice Fulvia Carapelli, clown Leccino di Nasienasi Vip Siena -. Cerchiamo, tramite i ragazzi che sono il futuro per l’associazione e per la società, di trasmettere ciò che facciamo all’interno dell’associazione in vari progetti per essere pronti e fare servizio in vari settori e ambienti all’interno delle strutture”.
Un progetto suddiviso in tre incontri in cui gli studenti hanno potuto avvicinarsi a quel mondo scelto attraverso il proprio percorso di studi e che un domani potrebbe diventare la propria professione.
Attraverso questo progetto gli studenti imparano a sdrammatizzare le pratiche sanitarie, a modificare il segno delle emozioni negative come la paura e la tristezza, e a trasformarle in modo positivo. Il tutto grazie alle tecniche di clownerie in ambito sanitario, con lo scopo di migliorare l’umore non solo dei pazienti, ma anche dei familiari o degli accompagnatori.
“Un po’ di felicità serve a tutti – racconta la sua esperienza la studentessa della 5DD dell’Istituto G. Caselli Giulia Viti -. Non sempre si vuole un clown nella nostra vita, ma in certi momenti porta felicità, porta un’esperienza nuova e un cambiamento, conoscere una persona così non è un qualcosa che capita tutti i giorni”.