"Diritti inespressi" dei pensionati, grazie alla Cgil nel 2018 recuperati 155mila euro in Provincia

Di Redazione | 16 Aprile 2019 alle 12:47

"Diritti inespressi" dei pensionati, grazie alla Cgil nel 2018 recuperati 155mila euro in Provincia

I numeri del sindacato

Il Sindacato Pensionati CGIL è un sindacato attivo ogni giorno su tutto il territorio nazionale per tutelare i pensionati e le loro famiglie, sostenendo i loro diritti. Tanti sono gli ambiti di intervento, tutti incentrati sulla necessità di tutelare i nostri iscritti sia a livello collettivo che individuale. Dalle pensioni al welfare, al fisco, alla sanità, alla non autosufficienza, non c’è aspetto della vita dei pensionati e degli anziani che non ci veda in campo da protagonisti.

Non ci dimentichiamo mai che oltre alla condizione di pensionati siamo cittadini. E’ per questo che lo SPI-CGIL alla sua quotidiana attività sindacale accompagna un costante impegno nella promozione e nella difesa dei valori costituzionali della democrazia, della libertà, dell’uguaglianza sociale e della solidarietà in un rapporto sinergico con le nuove generazioni. Ci occupiamo anche della tutela individuale, del recupero dei “diritti inespressi” con il controllo delle pensioni, riuscendo così a garantire a molti pensionati e pensionate l’esercizio dei loro diritti e il recupero di somme importanti a loro spettanti.

Nel 2018 sono stati recuperati oltre 155.000 euro a favore dei pensionati in tutta la provincia di Siena. I nostri operatori, sparsi in tutto il territorio, stanno verificando le pensioni di decine di anziani con un assegno lordo intorno ai 1.000 euro al mese, riscontrando il diritto a prestazioni non erogate sul 20% circa della documentazione controllata, recuperando cifre importanti per molti pensionati. La campagna prosegue quindi con grande successo in tutta la provincia per far emergere i cosiddetti “diritti inespressi”, cioè diritti di cui si può usufruire solo facendone richiesta all’Ente previdenziale ma che la maggioranza degli anziani non conosce: assegni al nucleo familiare, integrazione al trattamento minimo, somme e importi aggiuntivi, quattordicesima mensilità, ecc.

Abbiamo rilevato differenze notevoli che vanno ad aumentare l’importo mensile della pensione anche di 100 euro e con arretrati di oltre 6.000 euro. Per persone con redditi di queste entità sono cifre davvero importanti. Fra i motivi che determinano i “diritti inespressi” il principale è legato alla decisione dell’Inps di non inviare più a casa il modello ObisM, cioè la busta paga del pensionato e la certificazione dei redditi. Per questo lo Spi-Cgil stampa gratuitamente agli iscritti questa documentazione, rilevando appunto possibili crediti a favore dell’anziano. Quest’anno, a differenza del passato, l’INPS, ad oggi, non ha messo a disposizione dei pensionati la visualizzazione e la stampa del mod. ObisM, impedendo così al pensionato di conoscere la propria busta paga.



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