“Possibile che noi tagliamo con tanta facilità invece di preservare un bene così importante? Questa è la nostra prima difesa per la terra. Dobbiamo smettere di tagliare i boschi, dobbiamo conservarli così da conservare i nostri beni idrici, i fiumi, la qualità delle acque e anche il suolo. E’ qualcosa sta veramente alla base del nostro futuro”. Il grido di allarme del Coordinamento Montagnola Senese è giunto durante la trasmissione “L’altra Faccia” e si è alzato, il 25 aprile, da un luogo simbolo della lotta al fascismo in provincia di Siena: il Montemaggio. In quegli stessi boschi dove persero la vita 19 partigiani per mano della Guardia Nazionale Repubblicana, oggi, 80 anni dopo, sono gli alberi a cadere per mano dell’uomo.
“La memoria è prima di tutto la memoria del nostro territorio – ha detto Elisabetta Menchetti del Coordinamento Montagnola Senese – . Dobbiamo avere la massima cura del nostro territorio. Io mi domando dove si nasconderebbero oggi i partigiani? Dov’è questo bosco che ha protetto la resistenza? Che cose ne è rimasto?”
Gli ultimi anni hanno visto la Montagnola senese e non solo colpiti da una serie di tagli indiscriminati che hanno minato parte della bellezza di numerose vallate e versanti. Un ambiente straordinario per il patrimonio geologico, naturalistico e anche storico è stato messo a repentaglio a causa della fame di biomasse.
“Recentemente abbiamo fatto un documentario dal titolo “Boschi toscani, una scomoda verità” dove denunciamo proprio questi tagli eccessivi che sono stati fatti nella regione e in provincia di Siena” ha spiegato Gaia Cappelletti del wwf di Siena.