“Il Direttivo Docenti Precari Toscana esprime forte perplessità in merito alla possibilità di rinvio al 2022 delle assunzioni per la copertura delle cattedre vacanti, considerato che i docenti precari hanno svolto il loro dovere al pari dei docenti di ruolo senza potersi abilitare causa mancanza di organizzazione dei percorsi abilitanti DAL 2014 AD OGGI”. Inizia così il comunicato stampa diffuso dal Direttivo Docenti Precari Toscana, che qui riportiamo integralmente.
“Riteniamo sia fondamentale, al fine di un ordinato rientro in classe a Settembre, stilare una graduatoria per TITOLI E SERVIZIO RISERVATA AI TRIENNALISTI dalla quale attingere per inserire docenti in cattedra già dal 1 Settembre, nel pieno rispetto della Costituzione che cita il concorso nelle sue molteplici modalità come mezzo per le assunzioni nella pubblica amministrazione. Tali docenti potrebbero accedere all’anno di prova formativo-abilitante al termine di quale sostenere un esame orale finale atto a confermare l’ingresso in ruolo. Il concorso ordinario non è – secondo noi – la soluzione più idonea per coprire le quasi 100.000 cattedre vacanti per 2 motivi: le tempistiche sono troppo lunghe per esaminare gli oltre 500.000 candidati mediante procedura ordinaria entro Settembre 2021; le modalità di selezione degli aspiranti docenti si concentrano soltanto sulle nozioni, dimenticando completamente le capacità empatiche e gestionali, nonché l’esperienza specifica maturata in classe in questi ultimi anni.
Nella scuola di oggi e di domani noi docenti siamo e saremo chiamati a valutare le competenze dei nostri studenti, e allora perché i docenti vengono valutati soltanto sulle conoscenze? I precari con più di 3 anni di servizio non chiedono NESSUN TIPO DI SANATORIA ma un percorso formativo annuale finalizzato alla valorizzazione della propria esperienza attraverso un percorso formativo annuale in itinere composto sia da nozioni teoriche che valutazione del proprio lavoro “sul campo”.
È inaccettabile, oggi 30/03/2021, sentire ancora parlare di merito soprattutto alla luce del fatto che, dopo aver avviato un anno scolastico con scuole tutt’altro che in sicurezza, aver bandito un concorso in piena pandemia mentre alcuni partecipanti erano in quarantena, senza aver fatto nulla per eliminare le classi pollaio, aver offerto un minimo di continuità didattica, ci troviamo a marzo 2021, esattamente come a marzo 2020, con classi in didattica a distanza e prospettive confuse per l’anno scolastico venturo. Tutto questo perché l’unico provvedimento che è stato preso dalla ormai ex Ministra Azzolina è stato quello di avviare un concorso straordinario del quale non abbiamo ancora gli esiti e stando ai dati delle regioni che hanno pubblicato i risultati vede un alto tasso di bocciatura. Si è misurato il merito in questo concorso?
Può essere considerato merito organizzare una UDA o parti di essa in circa 20 minuti, seguendo tracce poco chiare? Chi le UDA le progetta sul serio sa quanto tempo occorra, quante riflessioni richiedano… 20 minuti non sono sufficienti neppure per reperire i materiali. Ma forse si voleva misurare il merito di saper digitare velocemente su una tastiera. Può essere considerato merito ipotizzare un contesto classe, quando chi lavora davvero nella scuola sa quanto sono eterogenee le classi in cui lavoriamo quotidianamente? Studenti con bisogni educativi speciali, studenti con gli strumenti tecnologici e famiglie solide alle spalle, e studenti con pochi strumenti e famiglie che hanno bisogno anch’esse di un supporto. Il merito si valuta osservando le buone pratiche che un docente mette in atto QUOTIDIANAMENTE per includere tutti e creare un clima collaborativo tra gli studenti e con il team con cui si confronta. Come si può dimostrare questo merito in una risposta scritta al PC in 20 minuti calandosi in un contesto ipotetico?
Inaccettabile constatare che ci siano partiti come il M5S e IV che nonostante i numerosi inviti ad un confronto si rifiutino di parlare con chi la scuola la vive tutti i giorni, parlino di sanatoria e si oppongano ad un percorso semplificato, unica soluzione per evitare un nuovo avvio disastroso. Se si fossero confrontati saprebbero che non è questo che i docenti precari vogliono. I docenti precari chiedono un percorso formativo abilitante che è stato loro negato per oltre 7 anni, chiedono di poter dimostrare quotidianamente il loro merito agli occhi di tutor più esperti e di essere giudicati”.