Primo giorno delle riprogrammate elezioni dei rappresentanti studenteschi del Senato Accademico dell’Università di Siena dopo il rinvio deciso dal Rettore Di Pietra a seguito di alcune segnalazioni riguardo pressioni e azioni coercitive sul voto. Un rischio previsto da alcuni membri del Senato Accademico come Simone Pavesi, dimessosi per ragioni di lavoro e di distanza. Lo studente lombardo, durante la sua carica, aveva proposto di tornare al voto in presenza, seppur in modo telematico e utilizzando la tecnologia, ma in presenza, proprio per evitare ciò che è accaduto nelle scorse settimane.
“Nel marzo 2024 avevo presentato un emendamento come membro del Senato Accademico in rappresentanza della popolazione studentesca, per rendere le elezioni dei rappresentanti degli studenti in presenza, quindi trasformarle da telematiche a elezioni in presenza – spiega la sua proposta Simone Pavesi, ex membro del Senato Accademico dell’Università degli Studi di Siena -. L’unico metodo che avrebbe garantito effettivamente la libertà e la segretezza del voto. Questo emendamento è stato sonoramente bocciato dalla maggioranza del Senato Accademico e adesso ci ritroviamo in una situazione veramente spiacevole. Io credo che quell’emendamento dovrebbe essere riproposto da chi oggi rappresenta gli studenti o comunque anche dai professori o dalle stesse istituzioni. Potrebbe ancora servire per il futuro perché non bastano purtroppo la buona volontà e la buona fede, serve anche una regolazione che permetta di evitare che certe cose, come quelle che sono successe, possano verificarsi e che minano la democraticità del nostro processo elettorale”.
Oltre però al voto in presenza quello che serviva e che servirebbe è anche reintrodurre la norma anti-coercizione che non è prevista per le elezioni studentesche UniSi. L’augurio di Simone Pavesi è che il futuro Senato Accademico possa riprendere in esame le sue proposte.
“Quella norma anti-coercizione è stata cancellata proprio in quel momento – rimarca Simone Pavesi -. Quando è stata approvata la modifica di quel regolamento è stata eliminata quella norma con la motivazione secondo la quale quella non avrebbe garantito la non ripetibilità del voto. In realtà il voto non era ripetibile, perché chiaramente un solo voto si poteva esercitare all’interno della sessione, ma era uno strumento di sicurezza per garantire la libertà del voto, perché una persona che eventualmente fosse stata condizionata avrebbe poi, nel segreto delle sue stanze, potuto modificare il proprio voto ed esercitarlo quindi liberamente in segreto e individualmente”.