Confesercenti: da albergatori, ristoratori, esercenti e guide indicazioni positive costruttive
Non culliamoci in eccesso, ma non dobbiamo neppure ignorare la realtà. Il ponte di Ognissanti ha avuto un esito incoraggiante per Siena, intesa come destinazione turistica e come sede di attività commerciali. E’ questa la prima valutazione a mente fredda di Confesercenti Siena sui cinque giorni (29 ottobre – 1 novembre) che hanno riempito di persone le vie del centro, e non solo. Tra strutture ricettive, pubblici esercizi, guide turistiche ed esercizi commerciali la valutazione è generalmente più che positiva.
“Sono stati giorni da tutto esaurito, con provenienze eterogenee, tra gli stranieri ma di nuovo anche tra gli italiani. Non solo: in diversi casi i turisti dell’ultim’ora hanno accettato di buon grado di pernottare in provincia, pur scegliendo Siena come meta centrale” commenta Marco Masignani, Presidente provinciale di Assohotel. “La percezione della città come un trait d’union ideale tra arte, paesaggio, benessere e gastronomia si sta sempre più diffondendo – aggiunge Mauro Tigli, presidente dei ristoratori Fiepet – certo, si può sempre far di meglio; anche noi operatori possiamo e dobbiamo sicuramente migliorarci nelle capacità di accogliere e servire queste presenze. Ma non facciamo l’errore di enfatizzare le sbavature oscurando quel che di buono c’è stato, soprattutto se questo può fare da base per un futuro migliore”. “Notiamo un rinnovato interesse del turista italiano verso i contenuti peculiari della città; ai tour guidati da noi condotti era evidente la presenza di persone del nord Italia – testimonia Martina Dei, coordinatrice delle guide turistiche Federagit – la sinergia con l’organizzazione del Trekking urbano secondo noi è stata efficace”.
“La sensazione è che il lavoro sinergico tra istituzioni, associazioni e singoli operatori in questa occasione si sia fatta decisamente sentire in positivo – valuta Leonardo Nannizzi, Presidente comunale di Confesercenti – sicuramente sarebbe ottimale avere turisti che si trattengono per giorni e giorni, ben prima e ben dopo i ponti festivi. Ma se vogliamo calarci nella realtà non possiamo non renderci conto che i turisti dalle lunghe permanenze e dalle grandi disponibilità sono spariti quasi ovunque. Se puntiamo a quelli, forse possiamo rinunciare ad allestire qualsiasi attrazione, perché sono un target fuori dalla nostra portata. D’altronde l’alternativa al fare e organizzare, è il non fare e piangersi addosso; sarebbe sbagliato affermare questa seconda opzione per colpa di qualche sbavatura, che va comunque corretta ed eliminata. Dobbiamo credere che istituzioni, associazioni ed esercenti continuino a lavorare fattivamente su questi eventi, cercando di migliorare là dove ci sono state delle difficoltà. Non dimentichiamo che anche ogni ricaduta economica sulla città è positiva per chi ci abita, anche indirettamente, perché incrementa la capacità di spesa complessiva: ne sono esempio le code di ingresso ai musei comunali. In definitiva c’è spazio per ripetersi e per migliorarsi: puntando in questa direzione con spirito costruttivo potremo avere nuove occasioni in cui considerare più gli aspetti positivi che quelli negativi, come in questo caso”.